“Dobbiamo lavorare, oltre che sui dazi, per ridurre i nostri costi di produzione, a cominciare da quello per l’energia, andando totalmente verso un mercato unico, e farlo anche per i capitali, oltre che andare avanti sull’armonizzazione fiscale. Poi è essenziale sburocratizzare, sono tutti costi che, una volta tagliati, aiuteranno a colmare le perdite che potrebbero arrivare dai dazi”. Lo dice Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri. Che aggiunge al Corriere della Sera: “A livello europeo abbiamo già indicato la lista dei beni Usa sui quali non mettere dazi per evitare controdazi, quindi secondo noi non vanno punite ad esempio le aziende Usa di motocicli, di superalcolici, di cosmetica, beauty, gioielleria, perché noi esportiamo in questi settori più di quanto importiamo. Questo per quanto riguarda i dazi già attivati, su alluminio, auto. Poi ogni Paese seguirà una propria politica commerciale”. In quanto all’Italia, Tajani spiega: “Con il nostro piano d’azione miriamo a espandere i mercati ad oggi poco esplorati. Abbiamo un inviato speciale per la ‘via del cotone’, io sarò la prossima settimana in India e Giappone per business forum, a Osaka per incontri politici e di business e per l’inaugurazione dell’Expo. E non ritengo folle l’idea di aprire nuove produzioni in Usa per avere reciprocità e migliori condizioni, il che naturalmente non significa chiudere qui o delocalizzare”.
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