L’Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, va all’attacco del decreto Aiuti bis, segnalando la paradossale vicenda del cosiddetto ‘scambio elettrico sul posto’. In media, il sistema Anbi consuma annualmente 600.000 MegaWattora e dal 2021 la bolletta è quasi triplicata. A ciò si aggiunge un incremento del 30% nei costi e nei consumi per il 2022, dovuto alla necessità di contrastare siccità ed alte temperature nelle campagne, il che significa una previsione di spesa complessiva pari a 344.487.000 euro: +269.211.000 euro in più rispetto all’anno scorso.
Eppure – attacca il presidente Francesco Vincenzi – Anbi paga la bolletta a prezzi di mercato: “E’ come far pagare l’acqua ai vigili del fuoco per spegnere gli incendi”. “Non solo – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di AnbiI –. I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono produttori di energia rinnovabile, idroelettrica e fotovoltaica, ma ne possono utilizzare solo la minima parte necessaria all’esercizio dell’impianto in loco; il resto della produzione la devono cedere ad un ente gestore per poi riacquistarla ad un prezzo maggiorato. La nostra richiesta, già prevista in un emendamento al precedente Decreto Aiuti ma mai arrivato in Aula, è di poter utilizzare l’energia autoprodotta per la gestione di tutti gli impianti dell’ente consortile”.
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