Gianni Vittorio Armani, presidente di Elettricità Futura, associazione che rappresenta oltre 530 aziende del settore sostiene che “l’’associazione tra bolletta costosa e aziende delle reti elettriche che godono di rendite è falsa, i numeri dicono il contrario. Basta guardare i dati Eurostat del 2024. In Italia il consumatore retail medio spende 60 euro al mese, contro una media europea di 57 euro. La differenza è minima: in Germania la media è 74 euro. Rispetto al resto d’Europa in Italia abbiamo costi più alti nella generazione, perché la produzione è sbilanciata verso il gas, ma riduciamo il gap grazie al minor costo delle reti, che incidono solo per il 18% sulla bolletta rispetto al 31% della media europea. Diverso il caso delle imprese energivore: per loro l’energia è il costo prevalente e hanno un rischio delocalizzazione che deve essere evitato. Per questo abbiamo lavorato all’interno di Confindustria per arrivare a una proposta congiunta”. In un colloquio con il Sole 24 Ore spiega che la proposta “prevede l’idrorelease , la cessione di una quota fino al 15% di energia idroelettrica a prezzi calmierati nell’eventualità di una riassegnazione delle concessioni. Altre soluzioni sono in fase di studio da parte del governo. Ci sono poi gli impianti rinnovabili arrivati a fine incentivo che possono essere contrattualizzati a lungo termine a un prezzo più basso di quello di mercato favorendone anche il repowering. Tra le altre possibilità c’è l’Energy release. Tutte soluzioni che garantirebbero energia elettrica per le imprese a prezzi contenuti”.
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