REPowerEU, il piano dell’UE per ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi, diversificare l’approvvigionamento energetico a livello dell’UE e accelerare la transizione verde, potrebbe dover affrontare notevoli difficoltà pratiche, avverte la Corte in un parere pubblicato in data odierna. In particolare, la riuscita del piano REPowerEU dipenderà dall’attuazione di azioni complementari a tutti i livelli e dalla disponibilità di finanziamenti per circa 200 miliardi di euro.
“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha acceso i riflettori sulla nostra dipendenza dalle importazioni di gas, petrolio e carbone, e l’UE doveva assolutamente agire e rispondere rapidamente alle aumentate preoccupazioni in materia di sicurezza energetica”, ha dichiarato Ivana Maletić, il Membro della Corte responsabile per il parere. “Ma la Corte è dell’avviso che REPowerEU, nella sua forma attuale, potrebbe non riuscire ad individuare ed attuare rapidamente progetti strategici dell’UE aventi un impatto massimo ed immediato sulla sicurezza e l’indipendenza energetiche dell’UE”.
Sebbene la proposta della Commissione fornisca una visione d’insieme esaustiva del contesto e delle principali problematiche, la Corte evidenzia una serie di incongruenze nella concezione di REPowerEU. L’obiettivo di REPowerEU è incentrato sull’UE nel suo complesso, mentre l’RRF è attuato tramite misure proposte dagli Stati membri. A giudizio della Corte, ciò comporta il rischio di non riuscire ad affrontare le imminenti sfide in modo strategico e potrebbe far sì che progetti di importanza strategica per l’insieme dell’UE non vengano finanziati mediante REPowerEU.
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