“La domanda europea annua è di circa 550 bcm e si concentra prevalentemente in Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. La dipendenza da Paesi terzi, e dalla Russia in particolare, non è un problema solo italiano”. E’ quanto si legge nella Relazione del Copasir al Parlamento sulle ‘Conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell’ambito della sicurezza energetica’, votata questa mattina. “Secondo dati del 2020, a livello europeo il consumo di gas è stato coperto per il 23% dalla produzione interna e per il 77% dall’importazione – prosegue il documento -. Il 39% del gas importato è di provenienza russa. I punti di importazione sono 14 distribuiti su 4 rotte di approvvigionamento: via Germania con Nord Stream, via Bielorussia e Polonia con il gasdotto Yamal, via Ucraina con il Tag che arriva fino all’Italia e infine via Turchia e Bulgaria attraverso il Turkish Stream. Il 25% del gas importato proviene dal Nord Europa e in particolare dalla Norvegia attraverso 7 punti di importazione. Il gas del Nord Africa, da Libia e Algeria, rappresenta il 6% ed entra in Europa attraverso 4 punti di importazione. Il 4% proviene dal Caspio con 1 punto di importazione. Il Gnl copre il 26% delle importazioni attraverso 22 terminali di rigassificazione”.
Europa in crisi? "Non credo che sia una crisi. Credo che sia un risveglio. È…
L'inflazione non molla negli Usa disorientando ulteriormente la Fed che invece ha iniziato un percorso…
L’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli,…
Nei giorni 21 e 22 novembre scorsi si è tenuto a Parigi l’incontro trilaterale tra MEDEF, la Confindustria francese, BDI,…
Eni e il Ministero delle Miniere, del Petrolio e dell’Energia della Costa d’Avorio hanno siglato…
L'inflazione annuale in Russia ha accelerato dall'8,68% della settimana precedente all'8,78% dal 19 al 25…