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Gas, Legambiente: Perdite in 13 impianti su 25 in Italia-3-

A livello normativo, aggiunge poi l’associazione, non dimentichiamo che è in discussione al Parlamento e al Consiglio europeo un regolamento europeo finalizzato al tracciamento e alla riduzione delle perdite di metano. Per Legambiente il testo attualmente in discussione deve essere migliorato, prevedendo per esempio tempistiche più strette e norme stringenti per le importazioni di idrocarburi dall’estero.
Monitoraggi. In Sicilia tra i casi più preoccupanti spicca sicuramente il Greenstream, il gasdotto che collega la Libia all’Italia gestito dalla Greenstream BV, una compagnia che vede ENI spa e NOC (Compagnia petrolifera nazionale libica) in quanto azioniste alla pari. Da questo gasdotto nel 2021 sono stati importati ben 3,2 miliardi di metri cubi di gas fossile. A Gela, presso il terminal di ricevimento del gasdotto, sono stati osservati due importanti casi di rilascio volontario continuo in atmosfera ; e ben 9 altre perdite di vario genere.
Sempre a Gela in una ulteriore stazione di regolazione sono state individuate circa 12 emissioni di metano, di cui 2 venting, e 10 perdite da valvole, tubature e contatori. Altro caso che desta preoccupazione sono i due rilasci di metano in atmosfera osservati presso la Centrale di Compressione di Enna, una delle infrastrutture del gas tra le più importanti in Italia in quanto luogo di trasmissione del gas fossile che arriva dal Nord Africa, vale a dire un terzo del gas consumato in Italia. In questo caso il sito è stato monitorato per ben due volte a distanza di due giorni e sono state trovate le stesse emissioni da una delle fonti già controllate, ed un nuovo punto di emissione portando a tre il totale. In Basilicata, due esempi degni di nota sono il pozzo Alpi 4 in Val d’Agri e una stazione di regolazione nei pressi di Moliterno (PZ). Nel primo caso sono stati individuati due casi di venting, una perdita dall’unità di misurazione e due perdite lungo le tubature per un totale di 5 fonti di emissione. Nel secondo sono state identificate circa dieci fonti di emissione, di cui due per rilascio e 8 perdite da tubature, valvole e connettori.

Ciò che è stato ripreso ad ottobre da Legambiente, tra la Sicilia e la Basilicata in alcuni siti individuati a campione, va calato in un contesto più ampio, nel quale WWF Italia ha stimato nel nostro Paese dispersioni dirette in atmosfera di gas fossile tra i 3,2 e i 3,9 miliardi di metri cubi tra perdite strutturali e legate alla scarsa manutenzione.


(segue)

redazione

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