“Si tratta di una manovra molto contenuta in termini quantitativi, sicché anche le cose che vanno nella direzione giusta sono troppo piccole per avere un impatto significativo per la nostra economia. La manovra per il 2026 vale lo 0,8% del Pil, la metà del valore medio nel decennio precedente”. Così l’economista Carlo Cottarelli in un suo intervento su Il Corriere della Sera. Al giudizio negativo ne antepone uno positivo: “La manovra non prende rischi sulla tenuta dei conti pubblici. Finiamo il 2025 con un deficit più basso dell’obiettivo del 3,3% del Pil fissato un anno fa e, mi arrischio a dire, penso che alla fine chiuderemo un po’ sotto il 3% del Pil incluso nel Dpb, uscendo in anticipo dalla procedura di deficit eccessivo iniziata dall’Unione europea nel 2024. Per il 2026-28, viene confermato il tracciato di graduale calo del deficit definito l’anno scorso, e non sarei sorpreso se anche il prossimo anno il deficit consuntivo fosse più basso dell’obiettivo. Di positivo c’è anche che i 18 miliardi della manovra sono utilizzati in gran parte per validi scopi”.
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