“Dinanzi al drastico ridimensionamento del potere d’acquisto, i consumatori devono far quadrare i conti. Quindi, o riducono i consumi di abbigliamento o abbassano le pretese in termini di prezzo. E questo vale, in particolare, per la classe media e, di conseguenza, i marchi di fascia intermedia”. Così Stefano Beraldo, amministratore delegato di OVS, sulla crisi della moda. In una intervista a Il Corriere L’Economia spiega l’aumento esagerato dei prezzi: “Nel segmento del lusso in generale sì, anche se alcuni marchi di ultra-lusso possono permettersi continui ritocchi al listino: in particolare quelli che hanno saputo costruire un’identità forte e si rivolgono a una clientela che non ha problemi di inflazione. Chi soffre sono i brand intermedi perché la borghesia, per usare una categoria che ormai appartiene al passato, non è più disposta a pagare un sovrapprezzo per marchi che non si distinguono in termini di qualità o iconicità. Ciò non significa che il ceto medio rinunci al gusto”. Il futuro per Beraldo è a tinte grige: “Faccio questo mestiere da 20 anni e ho visto quasi soltanto cali o stasi del settore. Diffido quindi di chi fa previsioni sul futuro senza avere le mani nel mercato. Detto questo, nel 2026 mi aspetto, come quest’anno, una stabilizzazione. È il sistema moda che deve adattarsi al fatto che il paniere d’acquisto dei consumatori è cambiato. E, quindi, adattare la sua struttura costi alla nuova realtà”.
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