Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’Energia dice che il nucleare “sia una delle risposte ai problemi legati alla sicurezza energetica, al cambiamento climatico e alla competitività”. In un colloquio con il Corriere della Sera spiega che “dopo l’incidente di Fukushima nel 2011, l’interesse globale per il nucleare era calato significativamente. Ma tre anni fa avevamo previsto un ritorno del nucleare e oggi posso confermare che è in corso un forte rilancio. Nel 2025, la generazione di elettricità nucleare sarà la più alta nella storia, con un incremento del 5% rispetto al 2024”. Birol esibisce i numeri: “Attualmente sono in costruzione 70 gigawatt di nuove centrali nucleari, il numero più alto degli ultimi trent’anni. Inoltre, stanno emergendo i piccoli reattori modulari (Smr), che prevediamo saranno sul mercato entro il 2030. Entro il 2040, i loro costi saranno comparabili a quelli dell’energia idroelettrica, eolica offshore e delle grandi centrali nucleari”. Gli Smr sono “più facili da finanziare, più rapidi da costruire e producono meno scorie nucleari. Inoltre, molte aziende tecnologiche li considerano ideali per garantire una fornitura costante di elettricità ai data center”. Poi un passaggio sull’Europa che “deve diversificare le sue fonti energetiche. Storicamente, ha commesso l’errore di dipendere troppo da un unico Paese, come la Russia per gas, petrolio e uranio. Ora deve evitare di cadere nella stessa trappola con la Cina per i minerali critici. Nel breve termine, l’Europa avrà un’opportunità importante grazie alla grande disponibilità di gas naturale liquefatto (Lng) che arriverà sul mercato tra il 2026 e il 2028, abbassando notevolmente i prezzi”.
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