“Dal 7 gennaio saremo più tempo a Bruxelles che a Roma. Abbiamo buoni segnali di apertura e di dialogo. Ora servono i fatti. Se i fatti non arrivassero siamo pronti anche ad azioni simboliche”. Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria. “Anche ad andare davanti al parlamento europeo con tutti i nostri imprenditori, se necessario. Non solo italiani. Da mesi stiamo costruendo un’azione coordinata con le confindustrie di Francia, Germania, Spagna, Portogallo ed è necessario che siano con noi anche Polonia e Repubblica ceca che presto incontreremo”, aggiunge al Corriere della Sera. E ancora: “Le nostre istanze sono state portate a tutti allo stesso modo, maggioranza e opposizione, anche se in alcune partite, come l’energia, ci troviamo con parte dell’opposizione contrapposti. Le faccio notare poi che la maggioranza in Europa non è la stessa che abbiamo in Italia. E con Bruxelles stiamo cercando lo stesso dialogo. A essere sinceri la strada non è semplice”. Poi Orsini parla di nucleare: “Il nucleare è l’unica via e le aziende italiane sono disponibili non appena pronti ad ospitare i mini-reattori. Nell’attesa dobbiamo subito creare il mercato unico europeo dell’energia e disaccoppiare il prezzo delle rinnovabili da quello delle fossili abilitando i contratti di lungo periodo”.
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