“Siamo un grande supermercato dell’acciaio, la nostra strategia è diversificare la produzione”. Lo dice Maria Anghileri. Ha 37 anni, è direttore operativo (chief operating officer) di Eusider Group, tra i primi trasformatori siderurgici in Italia, dopo Marcegaglia. In una intervista a Il Corriere della Sera Economia spiega: “La manifattura italiana è uno dei gioielli della nostra economia e le aziende familiari hanno un ruolo primario. È fondamentale considerare il passaggio generazionale come un processo e non un momento»”. L’espansione di Eusider procede: è stato completato lo stabilimento di Ostiglia, Mantova, che riunisce produzioni prima sparse in cinque impianti e conta sullo sviluppo di una via fluviale, con il Canalbianco che collega la fabbrica all’Adriatico, per trasportare l’acciaio sulle chiatte. “Abbiamo concluso uno studio di fattibilità per un polo intermodale: fluviale, su gomma e ferroviario — prosegue Maria Anghileri —. Bisogna spingere sull’intermodalità per ridurre i costi e l’inquinamento. Con un treno si portano mille tonnellate di acciaio, con una chiatta 2 mila”. La sfida è superare un mercato in altalena. “Il siderurgico ha rallentato, ora l’auto sta recuperando e un po’ anche l’elettrodomestico — dice Maria —. Il peggio è passato, ma non sarà una ripartenza veloce. Ci auguriamo che i tassi scendano per l’estate”. E ancora: “Stiamo valutando l’acquisto di una società in Europa che completi la nostra gamma di prodotto o aggiunga una lavorazione — sottolinea l’imprenditrice —. Negli ultimi anni ci siamo concentrati su imprese profittevoli e orientate all’export”.
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