Javier Goyeneche, il fondatore di Ecoalf, da 15 anni porta avanti un’idea di moda sostenibile e in quel nome c’è la sua vita e il suo lavoro. “Eco sta per ecologia, Alf per Alvaro e Alfredo, i miei figli”, spiega. “Ecoalf rappresenta un marchio di lifestyle che vuole fare moda in modo differente — aggiunge —: siamo contro il Black Friday, i saldi, le promozioni, l’usa e getta”. In una intervista a Il Corriere della Sera, Goyeneche dice che “il green rischia sempre di essere noioso. Quando si parla di sostenibilità spesso si associa a uno stile di vita hippy, povero. Noi abbiamo cambiato il racconto. In questo modo: “Nel 2015 ha dato vita al progetto della Fondazione Ecoalf per rimuovere i rifiuti dai fondali marini grazie al supporto dei pescatori. Il PET recuperato viene poi trasformato in filato di prima qualità: il nostro obiettivo, entro il 2025, è lavorare con oltre 10.000 pescatori in tutto il Mediterraneo. Siamo stati la prima azienda di moda spagnola a ricevere la certificazione B Corp e la Fondazione Schwab, l’organizzazione sorella del World Economic Forum, mi ha conferito il premio per l’imprenditoria sociale”. E’ stato redatto anche un manifesto: “Siamo nati nel 2009 e da subito abbiamo pensato a una nuova generazione di prodotti riciclati con la stessa qualità e design di quelli non riciclati. Abbiamo ripulito i fondali da milioni di bottiglie di plastica e tonnellate di reti da pesca dismesse, pneumatici usati, cotone e lana post-industriale: sono state riciclate più di 300 milioni di bottiglie di plastica, risparmiati oltre 54 miliardi di litri di acqua, ridotto le emissioni di CO2 di +12.500 tonnellate e rimosso 1.700 tonnellate di rifiuti dai fondali dell’oceano grazie al progetto Upcycling the Oceans. Sempre con l’obiettivo di raggiungere Emissioni Zero entro il 2030”.
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