“Sì a una presidenza esecutiva a Fitto, a patto che si allontani dal sovranismo di Giorgia Meloni”. Così Giorgio Gori, neo eurodeputato del Pd, è esponente dell’ala riformista dei dem. Socialisti è giusto che non pongano il veto alla nomina a Commissario “solo se accompagnata da chiare posizioni europeiste da parte dello stesso Fitto e ‘bilanciata’ da scelte che nell’insieme garantiscano i gruppi politici che a luglio hanno votato la fiducia a Ursula von der Leyen. Altrimenti non sarà Fitto, ma tutta la Commissione che rischia di non avere i voti di socialisti, liberali e verdi e dunque una maggioranza nel voto finale in Parlamento. Von der Leyen lo ha capito ed è per questo che si è presa qualche giorno per proseguire le trattative”, spiega in un dialogo con Repubblica.
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