“Le motivazioni che portano gli attivisti di Ultima Generazione a fare queste manifestazioni sono condivisibili, perché sono molto preoccupati della lotta al cambiamento climatico che va avanti troppo lentamente. Non condividiamo, invece, alcune delle loro azioni. Perché rischiano di allontanare i cittadini dai motivi per cui fanno queste proteste”. Lo dice il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ai microfoni di GEA per #GeaTalk. “Non ha senso incollare le loro mani, anche se solo al vetro di protezione, di un’opera straordinaria – spiega -. Non ha senso imbrattare, anche se con colori lavabili, monumenti e i blocchi stradali fanno arrabbiare le persone. Sotto questo punto di vista, crediamo che queste nuove forme di protesta debbano cambiare modalità”. Allo stesso tempo “c’è un clima di criminalizzazione eccessivo con disegni di legge o leggi che hanno inasprito le pene su alcune forme di illegalità. Ci sono piani securitari e legalitari a livelli diversi che non comprendiamo – dice ancora Ciafani -. Per quale motivo il mafioso che minaccia l’agroalimentare italiano commette un reato contravvenzionale e al massimo rischia una multa e i cosiddetti ‘ecovandali’ rischiano un delitto da Codice penale per un’azione che non si deve fare ma che non ha nulla a che vedere con quelle commesse dalle organizzazioni criminali?”.
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