“Le ricadute sono già evidenti. Il nostro settore, avendo prezzi regolamentati e negoziati con Aifa, non può riversare a valle minimamente gli impatti degli aumenti, ma anche le difficoltà negli approvvigionamenti. Quindi si registrano già degli incrementi nelle carenze di farmaci. E questo è un problema commerciale ma di carenza di materie prime (carta, vetro, alluminio) per produrre farmaci. Il rischio è reale. Chiediamo di avere una cabina di regia sulla strategia farmaceutica sanitaria nel Paese al nuovo Governo. E di avere percorsi accelerati di attrazione degli investimenti, di accesso, unitamente al fare di tutto per evitare ogni intervento sui prezzi dei farmaci che in questo momento metterebbero in crisi definitiva le aziende e quindi arrecherebbero un danno ai cittadini che non avrebbero più tanti farmaci”. Lo ha detto Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, a GEA a margine dell’evento ‘Pandemie, farmaceutica e transizione ecologica: le sfide dell’Unione della salute e la guerra in Ucraina ‘, organizzato dalle redazioni di GEA e Eunews e in corso a Roma. “Siamo il principale fornitore dell’Unione Europea per i medicinali, quindi abbiamo un’enorme responsabilità in termini di capacità di garantire l’accesso ai medicinali ai pazienti europei”, ha poi spiegato Michele Uda, Direttore generale di Egualia, aggiungendo che “il problema principale è legato al fatto che se i singoli Stati membri non mettono mano ai sistemi di prezzo e rimborso sarà complesso riuscire a fare fronte a questa crisi inflattiva. Bisogna trovare una compensazione, in qualche modo”.
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