Per la Tunisia “puntiamo al 35% di energie rinnovabili nel mix elettrico entro il 2030, ossia 4.850 megawatt in più. Ed entro il 2035 puntiamo al 50% del mix elettrico, ovvero 8.350 megawatt. Per il momento, tutti questi obiettivi sono destinati al mercato locale. Per quanto riguarda le esportazioni, questo è legato a molti altri fattori, in particolare Elmed (l’interconnessione che collegherà le reti di trasmissione dell’Europa e del Nord Africa, ndr) che significa che dobbiamo avere i mezzi per trasportare l’elettricità e anche la capacità di trasformare l’attuale gasdotto in un gasdotto capace di trasportare l’idrogeno. Sono quindi due i fattori che influenzeranno l’esportazione di energia dalla Tunisia all’Italia“. Così Fethi El Hanchi, direttore generale di Anme (l’Agenzia Nazionale tunisina per la Gestione dell’Energia), durante la MeetMed Week in corso ad Hammamet in Tunisia, organizzata da Medener (che vede Roberta Boniotti di Enea come segretario generale) e Anme in partnership con Aprue (l’Agenzia Nazionale algerina per la Promozione e la Razionalizzazione dell’Uso dell’Energia).
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