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La ricetta di Cingolani: “Serve un menù di rinnovabili e meno Co2”

Nel periodo di estrema siccità che stiamo vivendo non è solamente l’acqua quella che scarseggia e che mette in ginocchio le regioni del Paese, anche l’energia ne risente. A Elettricità Futura, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, fa il punto sullo stato dell’arte delle crisi in atto: “L’impatto è a 360°, basti pensare che in questo momento di ‘grande sete’ si stanno chiudendo le centrali idroelettriche perché non c’è flusso“.

Spingendosi oltre, il titolare del Mite affronta la questione delle rinnovabili. Su questo fronte, l’intento condiviso da tutti è quello relativo alla necessità di un’accelerazione esponenziale sul loro uso per diversi motivi: dal cambiamento climatico alla riduzione graduale della dipendenza energetica dalla Russia. Per Cingolani l’Italia non sta affatto trascurando la transizione ecologica: “Nel 2022 Terna ha ricevuto richieste di allacciamento per 5,3 gigawatt, in gran parte dal mercato libero. Abbiamo così assicurato 9 gigawatt totali che comprendono il 2022 e poi 23-24”, ricorda, invitando poi tutti a “fare di più e meglio“. Infatti, secondo il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, “il Paese ha un enorme potenziale dello sviluppo che finora è riuscito a esprimere soltanto in parte“. Adesso l’obiettivo numero uno, chiarisce il ministro per la Transizione ecologica,“è avere un menu di rinnovabili il più ampio possibile, tutto quello che abbatte la produzione di Co2 va incentivato“.

Tuttavia, rimane ancora indispensabile l’uso del gas. Che, insiste Cingolani, vedrà una graduale diminuzione del suo utilizzo,  ma nel “corso del prossimi 10 anni”. Si tratta di un procedimento complicato, perché “la transizione non si fa in un secondo. Se fosse stato facile passare completamente alle rinnovabili lo avremmo già fatto. Diffidiamo delle soluzioni troppo facili“, la sottolineatura del ministro.

Intanto non bisogna dimenticare che qualche sviluppo c’è già stato: “Abbiamo trovato da rimpiazzare 30 miliardi di metri cubi di gas russo con 25 miliardi di metri cubi da altri Paesi e abbiamo deciso di non mollare sul programma di decarbonizzazione”. Dei 25 miliardi di metri cubi di gas che arriveranno in Italia diversificando gli approvvigionamenti rispetto alla Russia, “metà arriveranno in gas nelle nostre tubazioni, l’altra metà in gas liquido, serviranno rigassificatori, manderemo i tre che abbiamo a pieno regime e ne installeremo altri due”. I cinque miliardi di metri cubi restanti, invece, “tengono conto del fatto che si stia accelerando sulle rinnovabili e che andiamo in risparmio energetico, a cominciare dalle residenze pubbliche”. Dal messaggio del ministro traspare la volontà di un’azione sinergica e concreta da parte di cittadini, imprese e istituzioni volta a raggiungere obiettivi forse non più così lontani.

Nadia Bisson

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