Amazzonia, record deforestazione a ottobre. Ong contro Bolsonaro

La deforestazione nell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto i 904 km2 ad ottobre, un record per questo mese dell’anno, secondo i dati ufficiali diffusi venerdì 11 novembre, a meno di due mesi dalla fine del mandato del presidente di estrema destra Jair Bolsonaro. Il sistema di osservazione satellitare Deter, in uso dal 2015, ha rilevato un aumento del 3% dell’area deforestata nella più grande foresta pluviale del pianeta rispetto a ottobre 2021. I dati sono stati raccolti dall’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (Inpe).

In soli dieci mesi, il 2022 è già l’anno peggiore di questa serie statistica per la deforestazione in Amazzonia, con 9.494 km2 di vegetazione cancellati dalla mappa, battendo il record di 9.178 km2 per tutto il 2021. La sezione brasiliana del Wwf ha spiegato che la deforestazione e gli incendi sono “esplosi” in Amazzonia dal risultato delle elezioni presidenziali, che hanno portato alla vittoria Luiz Inacio Lula da Silvia, da sempre impegnato nella lotta contro la deforestazione.

Ma perché sta accadendo proprio ora? “Ci si aspettava un aumento della deforestazione (a ottobre), ma i dati preliminari dei primi giorni di novembre fanno paura, è una vera corsa frenetica alla devastazione” prima del cambio di governo, accusa il Wwf.

Sotto la presidenza di Jair Bolsonaro, la deforestazione media annua è aumentata del 75% rispetto al decennio precedente. Il presidente eletto Lula, che inizierà il suo terzo mandato il 1° gennaio, ha confermato che parteciperà alla Cop27 in Egitto all’inizio della prossima settimana, dove dovrebbe annunciare le sue prime linee guida per la politica ambientale. “Il nuovo governo avrà molto lavoro da fare per rimettere in sesto il Paese, per porre fine alla percezione che l’Amazzonia sia una terra senza legge“, afferma Raul do Valle del Wwf.

La politica ambientale del governo Bolsonaro “farà ancora danni per un po’. Sarà una grande sfida cambiare la situazione, ma è inevitabile che il Brasile torni ad essere protagonista nel dibattito sul clima“, aggiunge André Freitas di Greenpeace.

dario.borriello

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