Dl Ambiente, da ‘corsia veloce’ Via-Vas a concessioni e rifiuti: i punti principali

Tredici articoli, dalla razionalizzazione dei procedimenti di Via-Vas alla promozione dell’economia circolare, le bonifiche, il contrasto a siccità e dissesto idrogeologico e le concessioni. È il decreto Ambiente approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Di seguito alcuni dei punti principali del corposo provvedimento.

‘CORSIA VELOCE’ IN VIA-VAS – Il decreto, visto il numero molto alto di istanze presentate alla Commissione di Valutazione di impatto ambientale Via-Vas, traccia una sorta di ‘corsia veloce’ soprattutto per opere considerate “prioritarie”, con tipologie progettuali che saranno individuate con un successivo decreto del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in accordo con il ministro della Cultura. I criteri individuati dal provvedimento sono “affidabilità e sostenibilità tecnica ed economica del progetto in rapporto alla sua realizzazione, contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione previsti dal Pniec, rilevanza ai fini dell’attuazione degli investimenti del Pnrr, valorizzazione di opere, impianti o infrastrutture esistenti”. Tra quelli ritenuti prioritari ci sono i progetti per “impianti di idrogeno verde ovvero rinnovabile” e “i connessi impianti da fonti rinnovabili”, gli “interventi di modifica, anche sostanziale, per rifacimento, potenziamento o integrale ricostruzione di impianti alimentati da fonti eoliche o solari”, i “progetti fotovoltaici on-shore e agrivoltaici on-shore di potenza nominale pari almeno a 50 MW e i progetti “eolici on-shore di potenza nominale pari almeno a 70 MW”.

CANONI CONCESSIONI – Per garantire certezza del quadro normativo per il settore della ricerca e della produzione di idrocarburi, a seguito dell’annullamento da parte del giudice amministrativo del Piano per la transizione energetica sostenibile (Pitesai), le disposizioni sui canoni che sono tenuti a pagare i titolari di permessi e concessioni rimangono invariate e gli stessi canoni non subiscono alcun effetto con le modifiche introdotte. Inoltre, in linea con gli obiettivi del Pniec e quelli europei e internazionali sulla decarbonizzazione, viene confermato il divieto di rilasciare nuovi titoli minerari a olio sul territorio nazionale e a mare, salvaguardando il diritto degli operatori a cui sono stati già assegnati i permessi, che dunque potranno proseguire fino al completo e razionale sviluppo del giacimento rinvenuto. Per il rilascio delle proroghe delle concessioni di produzione di idrocarburi si deve, però, tener conto anche delle riserve e del potenziale minerario ancora da produrre e dei tempi di produzione, fino alla durata di vita utile del giacimento.

LIMITI PER ESTRAZIONI GAS – Non è più di 12 miglia dalle coste, nelle aree protette e nelle 12 miglia da queste aree, il perimetro entro il quale ha valore il divieto di attività upstream per l’estrazione del gas. Con il nuovo decreto il limite passa a 9 miglia. L’obiettivo del governo è anche quello di sbloccare “diverse attività fino ad ora in stand-by o comunque non autorizzate sulla base dei divieti vigenti, in un’ottica di potenziamento degli approvvigionamenti interni di gas naturale e di raggiungimento degli obiettivi della politica energetica”. Rimodulato, di conseguenza, anche il divieto delle attività usptream a mare.

GAS RELEASE – Cambia la norma che prevede la partecipazione alle procedure di approvvigionamento di gas alle sole concessioni ‘compatibili’ secondo il Pitesai, in virtù dell’annullamento del testo. Dunque, sono ammesse “tutte le concessioni in essere, già conferite o anche da rilasciare che potranno pertanto beneficiare, nel caso di adesione alla misura della gas release, di procedure più veloci per le relative autorizzazioni anche ambientali”.

ALTO ADRIATICO – Vengono salvaguardate, in deroga, e per i soli fini della gas release, alcuni titoli in Alto Adriatico che altrimenti sarebbero stati revocati, nonostante le relative importanti riserve accertate di gas. Inoltre, anche a seguito dell’annullamento del Pitesai i titoli in Alto Adriatico continuano ad essere disciplinati dal quadro normativo vigente, dunque “la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi è vietata (…) nelle acque del Golfo di Venezia, nel tratto di mare compreso tra il parallelo passante per la foce del fiume Tagliamento e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po”.

STOCCAGGI – Viene posticipato al 31 ottobre 2025 il termine per la vendita “al fine di introdurre la massima flessibilità a beneficio del Sistema Paese nel gestire il gas stoccato dal Gse nel nuovo anno termico”. Un orientamento “in linea con il target nazionale stabilito dalla Commissione Ue per il riempimento degli stoccaggi, a partire dalla stagione di stoccaggio 2023-2024, pari al 90% per attenuare eventuali fenomeni rialzisti dei prezzi associati a fenomeni geopolitici”. Del resto, “un orizzonte temporale più ampio per la vendita permetterebbe di meglio valorizzare il servizio di ultima istanza del gas stoccato”, con vantaggi per il sistema: “Assicurare che il gas di ultima istanza sia meglio valorizzato ed impiegato in coerenza con la complessiva disponibilità di gas sul mercato nel corso della stagione invernale 2024/25; contribuire a ridurre la tensione sui mercati legata agli approvvigionamenti di gas; contribuire al mantenimento dei livelli di gas stoccato in coerenza con gli obiettivi strategici nazionali di riempimento fino al 2025; concorrere alla stabilizzazione degli approvvigionamenti di gas di importazione”.

ECONOMIA CIRCOLARE – Vengono rafforzati l’Albo dei Gestori ambientali e la cura-manutenzione di paesaggio e verde pubblico, oltre a una semplificazione nell’individuazione del Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti delle piccole imprese, che consenta di trovare la figura professionale senza aggravi economici per le aziende. Poi, viene disciplinata la gestione di rifiuti e materiali derivanti dalla realizzazione della Diga foranea di Genova e dei correlati interventi, prevedendo che il sindaco, quale commissario straordinario, adotti tempestivamente un piano di gestione che riduca il conferimento in discarica e promuova politiche di sostenibilità ed economia circolare.

COMMERCIO ONLINE – Per necessità e urgenza, viene introdotta la misura per contrastare i fenomeni di elusione degli obblighi previsti in materia di gestione dei rifiuti sul commercio attraverso le piattaforme elettroniche, per contrastare il cosiddetto ‘free-riding’ sull’omesso versamento del contributo ambientale. Le vendite online, infatti, stanno aumentando in termini esponenziali, dunque la proposta costituisce inoltre uno strumento chiave di attuazione delle politiche europee in materia di economia circolare in applicazione del principio “chi inquina paga”.

‘ACQUE AFFINATE’ – Anche per contrastare il fenomeno della siccità, viene introdotta la definizione di ‘acque affinate’, che sarà contenuta in un prossimo decreto del presidente della Repubblica sul riutilizzo delle acque reflue. L’obiettivo, oltre a equiparare la normativa nazionale a quella europea, è prevedere che l’autorizzazione per il ravvenamento o l’accrescimento artificiale dei corpi idrici sotterranei possa avvenire anche per gestire le emergenze nei casi di crisi idrica.

BONIFICHE – Vengono semplificati gli interventi nei ‘siti orfani’, finanziati da un apposito stanziamento del Pnrr. E ancora, viene garantita una struttura di supporto al Commissario del Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara.

DISSESTO IDROGEOLOGICO – Sono individuate misure per la programmazione e il monitoraggio degli interventi, che garantiscano l’interoperabilità tra le banche dati già esistenti. Poi, vengono rafforzati i poteri dei presidenti di Regione, in quanto commissari, prevedendo anche un meccanismo di revoca delle risorse per gli interventi, finanziati col fondo progettazione, che non abbiano conseguito un determinato livello di progettualità.

Chiara Troiano

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