La Cop16 sulla Biodiversità riprenderà dal 25 al 27 febbraio a Roma per cercare di “raggiungere un accordo finanziario sulla protezione della natura che non è stato possibile concludere all’inizio di novembre a Cali”. Lo ha annunciato la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD). I 196 paesi membri della Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità si sono lasciati il 2 novembre a Cali senza un accordo sulla tabella di marcia finanziaria intesa a stimolare i timidi sforzi dell’umanità per fermare la distruzione della natura entro il 2030.
I colloqui si terranno presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), si legge in una nota. “Nelle prossime settimane e nel nostro incontro che si terrà a Roma il prossimo febbraio, lavorerò a fianco delle Parti per costruire la fiducia e il consenso necessari per raggiungere la pace con la natura, assicurando che gli obiettivi e i traguardi del Quadro Globale per la Biodiversità Kunming-Montreal siano tradotti in azioni concrete”, ha assicurato Susana Muhamad, Ministra dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile della Colombia e Presidente della Cop16. “Garantire finanziamenti adeguati e prevedibili sarà al centro dei nostri sforzi, consentendo un cambiamento trasformativo per la biodiversità garantendo allo stesso tempo benefici per le comunità e gli ecosistemi”, ha aggiunto.
Raggiungere un accordo per aumentare la spesa globale annua per la natura a 200 miliardi era l’obiettivo principale della Cop16 Biodiversity tenutasi a Cali dal 21 ottobre al 2 novembre. L’obiettivo è stimolare l’applicazione, per ora limitata, dell’accordo Kunming-Montreal, siglato due anni fa, che prevedeva di collocare il 30% delle terre e dei mari in aree protette, tra 23 obiettivi da raggiungere entro il 2030. Pur non essendo riusciti a trovare un accordo su questo finanziamento Nord-Sud – scoglio anche della COP29 sul clima che si è chiusa domenica con un accordo considerato da molti insufficiente – i paesi hanno invece adottato a Cali l’istituzione di un accordo multilaterale fondo che dovrebbe essere integrato da aziende che traggono profitto dal genoma digitalizzato di piante (come l’aroma di vaniglia) o animali provenienti dai paesi in via di sviluppo.
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