La Nuova Zelanda tasserà flatulenze di pecore e mucche. Agricoltori sul piede di guerra

Agricoltori e allevatori della Nuova Zelanda sul piede di guerra. Il governo, infatti, sta lavorando a un piano per tassare le emissioni di gas serra causate dal bestiame. Gas come il metano, emesso naturalmente sotto forma di eruttazioni e flatulenze da 6,2 milioni di mucche e 26 milioni di pecore della Nuova Zelanda, nonché il protossido di azoto contenuto nelle urine dei bovini, sono tra i maggiori problemi ambientali del Paese. Secondo la prima ministra Jacinda Ardern, la tassa “è necessaria per rallentare il cambiamento climatico” e potrebbe portare anche a vantaggi per gli allevatori “la cui carne, più rispettosa dell’ambiente, potrebbe essere venduta a prezzi più alti“.

Il metano è meno abbondante e non dura nell’atmosfera quanto l’anidride carbonica, ma contribuisce in modo molto più potente al riscaldamento globale. Questo composto chimico è responsabile – secondo gli scienziati – di circa il 30% del riscaldamento globale, sebbene rappresenti solo una frazione della composizione del gas serra.

Non accetteremo il piano“, spiegano gli allevatori che in migliaia hanno protestato per le strade del Paese, cercando di sensibilizzare governo e popolazioni sui rischi del disegno di legge. “L’impegno ideologico del governo nei confronti di tasse punitive e controproducenti sulle emissioni della produzione agricola minaccia l’esistenza delle comunità rurali“, dice Bryan McKenzie di Groundswell NZ, tra gli organizzatori della manifestazione.

Gli ambientalisti ricordano che gli agricoltori della Nuova Zelanda si trovano nel mezzo nel fuoco incrociato. “Il settore rurale e agricolo di questo Paese è stato duramente colpito da inondazioni, forti tempeste e intensa siccità solo quest’anno“, dice Emily Bailey di Climate Justice Taranaki.”E la situazione sta peggiorando. Gli agricoltori possono adattarsi e ridurre rapidamente le loro emissioni o soffrire di più, come tutti gli altri“, conclude.

Nadia Bisson

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