Oltre 700 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia. Preoccupa la plastica monouso

Ogni 100 metri di spiaggia lineare delle coste italiane ci sono 705 rifiuti. Lo rivela la nuova indagine Beach Litter di Legambiente, che ha analizzato 23.259 rifiuti trovati su 33 spiagge di 12 regioni italiane, per un totale di 179.000 metri quadri monitorati. Sul primo posto del podio dei materiali più diffusi trovati sulla sabbia c’è sempre la plastica, che rappresenta il 79,7%. Segue il vetro/ceramica con il 6,6%, il metallo presente per il 4,5% e carta/cartone con il 2,9%.

Nei primi cinque posti della classifica delle tipologie di rifiuti raccolti ci sono in testa i mozziconi di sigaretta. Sono 3.338 quelli raccolti (14,4% rispetto al totale), per una media di 101 cicche su 100 metri di spiaggia. A seguire 2.195 (9,4%) oggetti e frammenti di plastica di grandezza tra i 2,5 e i 50 cm, 1.566 (6,7%) di tappi e coperchi. Al quarto posto i materiali da costruzione con il 5,5% e al quinto le stoviglie usa e getta in plastica (4,2%).

E sono proprio i prodotti in plastica monouso a preoccupare di più, nonostante siano stati banditi dalla direttiva europea Single Use Plastics (SUP), in vigore in Italia dal 14 gennaio 2022. Questi oggetti insieme alle reti e attrezzi da pesca e acquacoltura, rappresentano ancora il 56,3% del totale dei rifiuti monitorati nel 2024, con un andamento dal 2014 ad oggi che non sembra mostrare segni di riduzione importanti.

“L’analisi dell’andamento dei prodotti messi al bando dalla direttiva europea sulla plastica monouso, effettuata dal 2014 ad oggi – spiega Elisa Scocchera dell’ufficio scientifico di Legambienteci rivela come l’incidenza di questa tipologia di rifiuti abbia oscillato da un minimo di 38,6% nel 2023 a un massimo di 56,3% nel 2024″. Per Legambiente, quindi, sarà necessario continuare a monitorare l’evoluzione di questa tendenza per capire la reale efficacia delle misure previste dalla direttiva sulla plastica monouso e di conseguenza per “intervenire in maniera mirata con azioni di prevenzione e corretta gestione dei rifiuti derivanti da questi prodotti”.

“I dati raccolti nella nostra annuale indagine sull’inquinamento di spiagge e arenili dovuto all’abbandono di rifiuti confermano quanto ancora siano necessarie le campagne di pulizia collettiva, visto il tendenziale aumento dei rifiuti dispersi nell’ambiente legato al consumo di cibo”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. Dal 10 al 12 maggio, infatti, una ‘marea’ di volontari e volontarie invaderà le spiagge italiane equipaggiati di pinze raccogli-rifiuti e guanti, per partecipare in tutta Italia alle decine di iniziative di Spiagge e Fondali Puliti 2024, la storica campagna organizzata dal Cigno Verde e dai suoi circoli che da 34 anni coinvolge migliaia di persone in una mobilitazione collettiva di pulizia di spiagge e arenili.

Elena Fois

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