A baby Borneo orangutan named Java and the mother Theodora look on at the Menagerie, at the Jardin des Plantes zoo in Paris on March 14, 2019 in Paris. Nenette, the famous orangutan of the Menagerie of the Jardin des Plantes in Paris, who will celebrate his 50th birthday in June 2019, lives quietly but cramped in the monkey house, waiting for the planned construction of a larger outdoor enclosure of 500 m2 and 15 metres high. (Photo by KENZO TRIBOUILLARD / AFP)
Una ricerca dell’Università del Queensland ha scoperto che, nonostante i notevoli sforzi di conservazione, l’uccisione illegale di oranghi in pericolo di estinzione nel Borneo potrebbe essere una minaccia continua per la specie.
La dottoranda Emily Massingham ha diretto un team di ricercatori che ha visitato 79 villaggi dell’area di distribuzione degli oranghi del Borneo, nel Kalimantan, conducendo interviste faccia a faccia con 431 persone. “Il nostro studio si basa su ricerche precedenti che indicavano nell’uccisione una delle ragioni principali del declino della popolazione di oranghi, insieme alla perdita di habitat“, spiega Massingham. L’obiettivo del nostro progetto, aggiunge, “era capire se gli oranghi sono stati uccisi negli ultimi tempi, verificare se i progetti di conservazione stanno prevenendo efficacemente le uccisioni e ottenere informazioni sulla percezione della comunità e sulle motivazioni che ne sono alla base“.
Sono passati quasi 15 anni dallo studio precedente “e non abbiamo riscontrato una chiara diminuzione delle uccisioni, nonostante i lodevoli sforzi dell’Indonesia per ridurre la perdita di habitat“. Il 30% dei villaggi ha riferito che gli oranghi sono stati uccisi negli ultimi 5-10 anni, nonostante la pratica sia illegale e tabù, il che rende difficile avere un quadro accurato della reale portata. La popolazione di oranghi del Borneo è diminuita di 100.000 unità negli ultimi decenni, e le stime attuali indicano che sono rimasti meno di 100.000 animali. “I nostri risultati non indicano che i progetti di conservazione stiano riducendo le uccisioni, evidenziando l’urgente necessità di migliorare l’approccio collettivo alla conservazione degli oranghi“, riferisce l’esperta. Gli oranghi hanno una lunga durata di vita e si riproducono lentamente, quindi sono particolarmente vulnerabili al declino della popolazione causato dalla morte delle scimmie adulte.
Diversi i motivi che portano all’uccisione di questi animali, tra cui la protezione dei raccolti e il prelievo di scimmie neonate da tenere come animali domestici. I ricercatori hanno delineato delle raccomandazioni che potrebbero migliorare i futuri sforzi di conservazione: “Lavorare con le comunità e collaborare tra discipline e progetti sarà fondamentale“, dice Massingham.
“I conservazionisti devono lavorare a stretto contatto con i singoli villaggi per comprendere le loro esigenze e prospettive, identificare i fattori sociali che portano all’uccisione degli oranghi e implementare soluzioni che riducano il conflitto uomo-orangutan“, conclude.
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