Il report elaborato da Greenpeace e Istat ‘L’estate che scotta’, visionato in anteprima da Repubblica , è un documento che racconta come sia in aumento la percentuale di italiani costretti a vivere in luoghi bollenti: si parla di più di otto milioni di cittadini colpiti. Sono state prese in considerazione le temperature, rilevate dai satelliti dalle 9 alle 11 del mattino, di suoli, tetti, abitazioni, campi oppure delle chiome degli alberi. Attraverso queste rilevazioni che “si riferiscono a tutte le superfici visibili dall’alto, e che di fatto sottostimano il fenomeno dato che parliamo di rilevazioni effettuate di mattina e dunque non nella temperatura massima giornaliera”, dice il ricercatore Istat Alessandro Cimbelli, è emersa la classifica delle città dove i cittadini sono stati più esposti alle temperature estreme.
Al primo posto, come media, risulta Bari con 44,9 gradi, seguita da Napoli (43,5) e poi Roma (43,2). Appena sotto i quaranta gradi c’è Milano (39,9) mentre nella parte finale del grafico troviamo Aosta (31,5), Trento (30,8) e ultima Genova (30,6). Nella maggior parte dei capoluoghi analizzati, le temperature superficiali massime sono sempre state superiori a 35 gradi, arrivando di fatto a toccare soglie oltre i 39 gradi in dodici città sulle ventuno prese in esame. Sottolinea Greenpeace: “In undici capoluoghi su ventuno più del 90% della popolazione è stata dunque interessata dal fenomeno delle ondate di calore, con picchi di percentuali oltre il 98% a Bari, Firenze, Cagliari, Napoli e Palermo”.
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