“Con la guerra che imperversa in Europa, la situazione” del pianeta “va sempre più peggiorando. Continuiamo a portare avanti azioni asimmetriche rispetto a quello di cui la Terra ha bisogno. Chi rischia di più è l’umanità: la natura è in grado di ripararsi, ha tanto tempo per farlo. Ma l’uomo no”. Lo ha detto Luca Mercalli, meteorologo climatologo e divulgatore scientifico nel corso della lectio magistralis a Relazionésimo 2030, che si è svolto a Vicenza. “La CO2 – ha aggiunto – è di 420 ppm, un valore mai visto nella storia dell’umanità. L’intossicazione atmosferica è iniziata con la rivoluzione industriale: abbiamo liberato del carbonio che stava sottoterra da milioni di anni. Il risultato che vediamo oggi è la febbre della Terra, la temperatura aumentata di 1,2 gradi che comporta, come effetto diretto, picchi di calore su tutta la nostra superficie terrestre accanto a una forte evaporazione, e quindi piogge mai viste prima”.
“Per risolvere questa situazione – continua Mercalli – non basta piantare alberi per raccogliere: serve che essi crescano bene. La soluzione non è facile: è tutto in crisi, acqua, ghiacciai, aria, terra. Pensate che il lockdown del 2020 ha fatto scendere del 6% le emissioni di CO2 ma, il 2021, ha avuto il valore massimo di emissioni nella storia dell’uomo. Se continuiamo così, la temperatura aumenterà di 5 gradi, e la Terra diventerà invivibile per l’uomo. L’unica speranza è la relazione: dobbiamo entrare in relazione e parlare con il resto della biosfera. È con i numeri che dobbiamo fare sostenibilità: vogliamo cambiare? Bisogna cominciare da stasera a ridurre la nostra impronta ecologica sul pianeta, ridurre i nostri 7 mila kg di CO2 che ognuno produce in un anno. Ricordiamo che al 2030 mancano solo 7 anni e mezzo.”
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