(Photo credit: Comune di Calenzano/Facebook)
Una distruzione totale. Così il sindaco Giuseppe Carovani definisce lo scenario dopo l’esplosione avvenuto in un deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze. Il bilancio è tragico: due operai morti, 9 feriti e almeno 3 dispersi. I soccorsi stanno infatti ancora operando nell’area per cercare eventuali sopravvissuti tra le macerie. Oltre ai 9 feriti accompagnati con le ambulanze presso gli ospedali della zona (dei quali due gravi), altre 17 persone si sono presentate in maniera autonoma in strutture ospedaliere per cure mediche.
L’esplosione è avvenuta ad una pensilina, in un’area definita punto di carico, dove le autobotti effettuano il rifornimento di carburante. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, l’esplosione sarebbe stata causata della perdita di liquido durante le operazioni di ricarica. Più di un mezzo potrebbe essere stato coinvolto dalle fiamme. Eni ha fatto sapere in una nota che “il parco serbatoi non è stato interessato in alcun modo” e che “sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause”. Il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha infatti aperto un fascicolo di indagine. In una nota, ha precisato che “al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante”. L’area in cui è avvenuta la deflagrazione è stata posta sotto sequestro.
Subito dopo l’incidente, la colonna di fumo era ben visibile anche dai comuni vicini. Sul posto è stato attivato il sistema regionale di emergenza sanitaria, con la polizia e i vigili del fuoco: nei dintorni 15 aziende sono state evacuate a scopo cautelativo mentre il Comune di Calenzano ha invitato i cittadini a tenere chiuse le finestre nel raggio di 5 chilometri e a non avvicinarsi alla zona dell’esplosione. Ai residenti è anche arrivato un messaggio It-Alert attivato per le emergenze: è stata la prima volta da quando è stato istituito. Chiusa l’A1 (poi riaperta in serata) e fermati anche i treni durante le operazioni di soccorso (la circolazione sulle linee convenzionali Firenze-Bologna e Firenze-Viareggio è tornata regolare nel pomeriggio).
In giornata, l‘Arpat, l’agenzia per l’ambiente della Regione Toscana, ha fatto sapere che le concentrazioni in aria a livello del suolo “sono da ritenersi trascurabili e la nube dell’incendio si è dispersa in quota in tempi relativamente brevi”. Per tali motivi non “vi sono rischi per la salute”. Sono comunque in corso le verifiche sugli eventuali sversamenti di idrocarburi al di fuori dell’impianto.
Intanto, la Regione Toscana, su volontà del governatore Eugenio Giani che si è recato subito sul posto, ha disposto per mercoledì 11 dicembre il lutto regionale, mentre il comune di Calenzano ha dichiarato due giorni di lutto per domani e mercoledì. I sindacati provinciali, Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze proclamano sciopero generale provinciale di 4 ore (fine turno) per mercoledì 11 dicembre con manifestazione (dalle 14:30-16:30) in una area a Calenzano ancora da definire.
Cordoglio è arrivato dal mondo politico, a partire dalla premier Giorgia Meloni, che ha seguito “con apprensione” l’evolversi della giornata, come ha fatto sapere Palazzo Chigi. La Presidente del Consiglio “esprime il più sentito cordoglio per le vittime, la vicinanza ai feriti e alle famiglie colpite e il ringraziamento a quanti si stanno prodigando nei soccorsi”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato al presidente Giani, per avere informazioni sui feriti, per portare la solidarietà alle famiglie delle vittime e per ringraziare i soccorritori che sono intervenuti con grande professionalità”, ha fatto sapere il Quirinale.
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