Promozione del benessere, inclusione, solidarietà e sostenibilità sociale. Nasce con questi presupposti l’adesione di Jakala, azienda che combina marketing e tecnologia applicati al mondo dell’engagement e della fidelizzazione, alle giornate internazionali dello Sport e della Salute, che nelle prossime settimane coinvolgeranno decine di dipendenti, anzi ‘jakalers’ come preferisce definirli l’azienda stessa.
Il 7 e il 14 giugno torna la SuperLeague, l’evento organizzato dall’associazione PlayMore!, un torneo interaziendale e multidisciplinare aperto a persone di tutte le abilità. Le squadre sono composte da membri provenienti da aziende e persone supportate dall’associazione, cioè ragazzi e ragazze in condizioni di fragilità. Dal 2022, più di 30 dipendenti hanno partecipato al torneo, competendo in discipline di squadra all’interno di formazioni miste e anche in questa nuova edizione si faranno trovare in campo.
“Dal 2021 – racconta Claudia Volpato, responsabile della Sostenibilità in Jakala – siamo società benefit e promuoviamo diversità e inclusione, rivolgendoci sia agli stakeholders interni, cioè i nostri collaboratori, promuovendone il benessere, sia a quelli esterni, come le comunità che vivono nelle zone in cui si trovano le nostre sedi sociali”. Questi elementi, spiega, “vengono uniti e declinati verso attività che favoriscono il benessere e, allo stesso tempo, creano momenti di incontro e conoscenza con persone disabili o in situazioni di fragilità”.
Come, ad esempio, in occasione della Milano Relay Marathon. Lo scorso anno 8 dipendenti sono stati coinvolti a sostegno del progetto Solidando, il primo social market nato a Milano dell’associazione IBVA: un supermercato con casse, scaffali e carrelli, in cui le famiglie che ne hanno bisogno possono fare la spesa gratuitamente, secondo i propri desideri e bisogni, potendo accedere anche a un’assortita varietà di prodotti freschi – dal pane, alla frutta e alla verdura, ai prodotti da frigo. Si tratta di un presidio di aiuto alimentare unico nel suo genere. Per l’edizione 2024, le adesioni sono quadruplicate, con 33 corridori, dando la possibilità a Jakala di sostenere non solo Solidando, ma anche il progetto RunChallenge di Playmore!, un running club gratuito che mira a rendere la corsa accessibile a tutti e tutte, persone di qualsiasi età e abilità. Il progetto nasce dal sogno di 4 ragazzi con disabilità di correre la maratona e oggi conta più di 4500 persone in 14 città. Il valore del progetto risiede, inoltre, nella condivisione delle raccolte fondi aziendali, attivate tramite Rete del Dono: Jakala x RunChallenge e Jaka x Solidando.
I dipendenti, ricorda Volpato, “accolgono bene tutte queste iniziative. Siamo partiti con un numero piccolo di adesioni, poi l’interesse è cresciuto anche grazie al passaparola. Le nostre persone si autoproclamano ambassador di questi progetti”. E chi non può partecipare di persona, in qualche caso può contribuire da remoto. L’importante, spiega la responsabile della Sostenibilità di Jakala “è che la cultura delle nostre persone sia allineata ai principi di inclusione”, ovunque si trovino. Il 18 e il 19 maggio i ‘Jakalers’ parteciperanno anche alla Rimi Riga Marathon, a cui l’azienda ha aderito già nel 2021.
L’attenzione agli Sdg – cioè gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Onu – si declinano anche in una serie di iniziative dedicate a favorire il benessere e la salute. Come i community days in collaborazione con l’Avis per sensibilizzare i dipendenti alla donazione di sangue e plasma. Nei giorni scorsi l’autoemoteca ha fatto tappa nella sede di Nichelino (To) e presto sarà anche a Milano. L’azienda collabora anche con l’Admo. “Visto che gran parte dei dipendenti ha meno di 35 anni – dice Volpato – dedichiamo una giornata alla tipizzazione di chi desidera partecipare”, cioè attraverso un semplice esame del sangue si viene inseriti nel registro internazionale dei donatori di midollo osseo. E, ancora, Jakala propone momenti di sensibilizzazione nei confronti di alcune patologie “per arrivare, poi, alla fine dell’anno a veri e propri screening di prevenzione”. L’idea di fondo è sempre la stessa: “Partiamo dall’ascolto delle persone – conclude – per capire quali attività ritengono più vicine e poi prendiamo contatto con le associazioni”.
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