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Danimarca verso le isole energetiche del vento: e pensa già all’export

Per essere sempre più indipendente a livello energetico, oltre che 100% green, nel 2020 il Parlamento della Danimarca ha raggiunto l’accordo per uno dei più ambiziosi progetti di energia rinnovabile esistenti. Si tratta della nascita delle prime due isole energetiche basate sull’eolico al mondo, una naturale e una artificiale, che sorgeranno a circa 100 chilometri dalle coste del Paese: la costruzione della prima isola energetica artificiale, che sorgerà sull’isola esistente di Bornholm, nel Mar Baltico, sarà attiva dal 2030 e avrà una capacità di 3 GW, assicurando il fabbisogno energetico di 3 milioni di famiglie; la seconda, costruita artificialmente nel Mare del Nord, e quindi di fattura un po’ più complessa, avrà una capacità di 3 GW nel 2033 e di 10 GW nel lungo periodo. Mentre il primo progetto avanza spedito, però, il secondo negli ultimi giorni ha subito una battuta d’arresto. La Danimarca ha infatti deciso di rivalutarlo a causa degli alti costi e dei rischi. “Alla luce delle sfide finanziarie, dovrebbero essere esplorate alternative in grado di rendere il progetto redditizio“, ha affermato il ministero dell’Energia.

Intanto, prosegue velocemente il progetto dell’isola energetica nel Mar Baltico. A svilupparlo è Energinet, impresa pubblica indipendente di proprietà del ministero danese per il Clima, l’energia e i servizi pubblici. Energinet possiede, gestisce e sviluppa i sistemi di trasmissione dell’elettricità e del gas in Danimarca. La missione sociale di Energinet è quella di convertire il sistema energetico con l’obiettivo di garantire che i cittadini e le imprese utilizzino energia rinnovabile per ogni necessità, con un alto livello di sicurezza di approvvigionamento e a un prezzo accessibile.

Il vantaggio delle isole energetiche sta nel fatto che possono mettere in comune l’energia proveniente da più parchi eolici offshore e indirizzarla direttamente a diversi Paesi. Facilmente comprensibile, in un Paese di poco più di 5 milioni di abitanti: se l’energia prodotta con l’eolico offshore potrà effettivamente coprire il fabbisogno di oltre 10 milioni di persone, l’export diventerà quasi una tappa obbligata. Questo rappresenta un cambiamento rispetto alla filosofia precedente, che prevedeva la costruzione di parchi eolici offshore isolati con una connessione elettrica a una sola area. Per questo sono già stati stipulati accordi politici con Germania, Belgio e Paesi Bassi per avviare l’analisi dei collegamenti con le isole energetiche. Un accordo vantaggioso per i Paesi che vi parteciperanno, ma anche per la Danimarca stessa che con le sue isole-hub potrà anche ricevere energia dagli altri Stati per assicurarsi un sistema stabile e la sicurezza delle forniture. L’ambizione è, quindi, diventare un hub dell’energia per il Nord Europa. Il vantaggio geografico c’è, appuntamento al 2030 per verificare l’effettiva nascita dell’infrastruttura.

Chiara Troiano

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