Dl Energia2, novità su rinnovabili e via al bonus-bollette

Il governo aggiusta il tiro sul decreto Energia2, arrivano novità su rinnovabili, Superbonus 110% e si allarga la platea di cittadini che beneficeranno degli aiuti contro il caro-bollette. La riunione del Cdm si sarebbe dovuta tenere in mattinata, ma le trattative – in alcuni passaggi anche aspre nei toni – hanno costretto a un extra-time di riflessione, che ha prodotto alcuni compromessi importanti nel testo, aggiornato dopo l’approvazione di lunedì scorso. Alla fine arriva così il via al bonus-bollette da 200 euro una tantum, per redditi entro i 35mila euro, anche per chi percepisce il Reddito di cittadinanza: una battaglia che ha condotto il M5S, ma sollevata con forza anche dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Alla misura potranno accedere gli autonomi, così come volevano Forza Italia e il centrodestra “di governo“.

C’è anche anche un’altra novità, che riguarda il Superbonus 110%, oggetto del contendere tra il premier, Mario Draghi, e i Cinquestelle negli ultimi giorni. Nonostante le tensioni, però, l’esecutivo acconsente ad un ‘allargamento delle maglie’ sulla cessione dei crediti. Dunque, le banche potranno trasferirli in ogni caso e non solo in numero limitato, come in precedenza, ai clienti professionali privati con contratto di conto corrente presso lo stesso istituto bancario o la capofila, senza facoltà di altre cessioni.

Nel testo aggiornato vengono introdotti, poi, aiuti per i cittadini che utilizzano il trasporto pubblico locale. Per “mitigare l’impatto del caro energia sulle famiglie“, infatti, è istituito un fondo nello stato di previsione del ministero del Lavoro, “con dotazione pari a 100 milioni di euro per l’anno 2022” che servirà a concedere un buono di 60 euro da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale e ferroviario nazionale, per chi ha un reddito entro i 35mila euro. Ancora, le autorità di sistema portuale potranno costituire una o più comunità energetiche rinnovabili, per “contribuire alla crescita sostenibile del Paese, alla decarbonizzazione del sistema energetico e per il perseguimento della resilienza energetica nazionale“. Gli incentivi si applicano agli impianti da fonti rinnovabili inseriti in Cer anche se di potenza superiore a 1 megawatt.

Per fronteggiare i rincari delle materie prime, dell’energia e dei carburanti, inoltre, i benefici degli aiuti “si applicano anche agli appalti pubblici di lavori, nonché agli accordi quadro di lavori” del “gruppo Ferrovie dello Stato e di Anas, con riguardo ai prezzari dagli stessi utilizzati“. Nel testo si legge che “in relazione ai contratti affidati a contraente generale” delle due società “alla data di entrata in vigore della presente disposizione, si applica un incremento del 20% ai prezzi delle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori dal primo gennaio 2022 fino al 31 dicembre 2022“. Il governo pone attenzione anche alle aziende agricole che hanno subito “ripercussioni economiche negative derivanti dalla crisi internazionale in Ucraina, che si sono tradotte in perdite di fatturato derivanti dalla contrazione della domanda, dall’interruzione di contratti e progetti esistenti e della crisi nelle catene di approvvigionamento” con un fondo di 20 milioni di euro, istituito presso il Mipaaf, che potrà concedere contributi a fondo perduto.

Nella nuova formulazione del decreto Energia2, infine, al “dipartimento per gli Affari regionali e le autonomia esercita funzioni di impulso” sulle procedure autorizzative per gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Mentre viene escluso il passaggio che prevedeva la partecipazione dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome alle riunioni del Consiglio dei ministri convocate per le deliberazioni in materia di autorizzazioni di impianti di rinnovabili per esprimere le posizioni dell’amministrazione di riferimento e di quelle non statali coinvolte nel procedimento. Novità che in termini tecnici sono ‘aggiustamenti’, ma che nel linguaggio politico potrebbe essere interpretato come un segnale di schiarita nella maggioranza.

Nadia Bisson

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