Nei prossimi 12 anni A2A investirà 22 miliardi di euro per la transizione green e, in particolare, 6 miliardi saranno destinati all’economia circolare e 16 alla transizione energetica. Il piano, che “si conferma il cardine della strategia del gruppo”, è focalizzato su infrastrutture, persone e imprese, decarbonizzazione e sviluppo future-fit. Oltre il 70% degli investimenti previsti entro il 2030 è autorizzato o già in corso di realizzazione. Lo comunica A2A nella nota in cui annuncia l’approvazione del Piano Strategico 2024-2035 che rilancia e estende gli obiettivi di crescita industriale del gruppo nel lungo periodo.
Il 2035, spiega l’amministratore delegato, Renato Mazzoncini, rappresenta “un anno chiave in Europa per la transizione ecologica” e per questo il gruppo ha aumentato gli investimenti a 22 miliardi, di cui il 44% destinati a business con bassa volatilità, “per infrastrutture dedicate all’economia circolare e alla transizione energetica che si confermano i pilastri della nostra strategia”. L’obiettivo, aggiunge, “è continuare a contribuire al processo di decarbonizzazione del Paese attraverso investimenti concreti per sostenere l’elettrificazione dei consumi, lo sviluppo delle rinnovabili, la chiusura del ciclo dei rifiuti e migliorare l’efficienza del ciclo idrico”.
In particolare, A2A punta al potenziamento e alla realizzazione di nuove infrastrutture per i rifiuti urbani e industriali, arrivando a trattarne oltre 7 milioni di tonnellate al 2035 (da 5,5 milioni nel 2023) grazie a circa 4 miliardi di nuovi investimenti. Un’ulteriore linea di sviluppo del nuovo Piano riguarda il trattamento dei rifiuti industriali che, grazie a un nuovo modello commerciale e operativo integrato e digitalizzato, permetterà di incrementare il loro trattamento a 2,4 milioni di tonnellate a fine Piano (da 1,1 milioni di tonnellate nel 2023) grazie a investimenti per circa 1,4 miliardi.
Sul fronte dell’acqua, spiega il gruppo, sono previsti 700 milioni di euro di investimento, che porteranno la Rab e l’Ebitda del comparto rispettivamente a 1 miliardo di euro (da 0,5 miliardi di euro nel 2023) e a oltre 100 milioni di euro al 2035.
L’impegno di A2A per la transizione energetica, spiega il gruppo, si concretizza con 16 miliardi di euro di investimenti per favorire l’elettrificazione dei consumi e lo sviluppo della rete di distribuzione elettrica, delle rinnovabili e dell’energia flessibile. In particolare, si prevede, un’operazione straordinaria da circa 1,2 miliardi di euro per l’acquisizione di gran parte della rete della provincia di Milano e, nel bresciano, della Valtrompia: 17 mila chilometri di rete elettrica, su cui sono dislocati 800 mila Pod e 60 cabine primarie. Questa acquisizione si inserisce nella strategia generale di sviluppo delle reti elettriche che prevede 4 miliardi di euro di Capex in arco piano, che permetterà ad A2A di generare 500 milioni di euro di Ebitda al 2035.
“Il contributo di A2A alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del Paese” si concretizza, inoltre, con 4,6 miliardi di euro di Capex dedicati allo sviluppo di un portafoglio Fer da 5,7 GW nel 2035, “in crescita di 3,1 GW rispetto al 2023, grazie al quale saranno prodotti oltre 10 TWh di energia verde al 2035.” A supporto della crescita pianificata, A2A può contare su una pipeline di impianti eolici e solari da oltre 1,8 GW, di cui l’83% composto da progetti sviluppati internamente.
Nell’ottica di accompagnare persone e imprese nel percorso di transizione energetica, A2A intende incrementare la base clienti, “dai 3,5 milioni del 2023 ad oltre 5 milioni nel 2035, con un’offerta sempre più mirata all’elettrificazione dei consumi, anche grazie a VAS3 e PPA4 (B2B e mass market)”. A sostegno della crescita della base clienti A2A “può contare sul successo delle campagne acquisitive passate, su una strategia multicanale, su una consolidata notorietà e sulla soddisfazione dei clienti, elementi che consentiranno di ottenere una quota di mercato in aumento dal 6% del 2023 a oltre il 9% nel 2035”.
Il Piano Strategico 2024-2035 di A2A prevede un Ebitda ordinario in crescita da 1,9 miliardi nel 2023 a 2,2 miliardi nel 2026, a 2,6 miliardi nel 2030 e superiore a 3,2 miliardi nel 2035. Il tasso di crescita Cagr 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 9%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 6%. L’utile netto ordinario mostra un trend di crescita “coerente con l’andamento della marginalità operativa, da 0,6 miliardi di euro nel 2023 e nel 2026 a 0,7 miliardi nel 2030 e risulta maggiore di 1 miliardo di euro al 2035“. Il tasso di crescita Cagr 2023-2026, al netto dell’effetto scenario sul 2023, risulta pari al 10%, mentre il corrispondente valore sul periodo 2023-2035 è pari al 7%
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