Economia circolare, eco-progettazione ed eco-efficienza: la strategia nazionale

Produrre meno, produrre meglio. È la sfida dell’economia circolare, fra i temi al centro dell’evento ‘How can we govern Europe?‘ organizzato da Eunews e GEA, che si terrà a fine novembre a Roma, che punta all’eco-progettazione di prodotti durevoli e riparabili per ridurre i rifiuti e massimizzarne il recupero, il riutilizzo e il riciclo e creare nuove ‘supply chains’.

Le chiavi sono la sburocratizzazione e la consapevolezza, perché il successo della transizione ecologica dipenderà da un lato dalla capacità della pubblica amministrazione, delle imprese e del no-profit di lavorare in sintonia di intenti secondo norme più semplici, spedite ed efficienti, e dall’altro da un generale aumento di partecipazione da parte dei cittadini anche attraverso uno sforzo di informazione, comunicazione e educazione nazionale verso la realizzazione di un pieno sviluppo sostenibile.

Per definire il posizionamento strategico dell’Italia, in continuità con l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, nel 2017 è stato pubblicato il documento ‘Verso un modello di economia circolare per l’Italia. Documento di inquadramento e di posizionamento strategico’. Ma dal 2017 il contesto di riferimento è mutato e intervenire per ridurre le emissioni e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici diventa sempre più urgente. A livello comunitario sono stati definiti nuovi piani e programmi per supportare la transizione verso modelli circolari.

Con la nuova ‘Strategia nazionale per l’economia circolare’, incentrata su eco-progettazione ed eco- efficienza, si definiscono nuovi strumenti amministrativi e fiscali per potenziare il mercato delle materie prime seconde, la responsabilità estesa del produttore e del consumatore, la diffusione di pratiche di condivisione e di ‘prodotto come servizio’, si supporta il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, definisce una roadmap di azioni e di target misurabili di qui al 2040.

L’aggiornamento della strategia è stato inserito tra le riforme a supporto degli investimenti della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la cui Componente 1 è dedicata a ‘Economia Circolare e Agricoltura Sostenibile’. Nello specifico, la nuova strategia interesserà anche le aree di intervento: eco-progettazione e innovazione di prodotto, bioeconomia, blue economy, materie prime critiche.

La nuova strategia comprenderà un nuovo sistema digitale di tracciabilità dei rifiuti che possa consentire, da un lato, lo sviluppo di un mercato delle materie prime seconde, dall’altro il controllo e la prevenzione di fenomeni di gestione illecita dei rifiuti; lo sviluppo di sistemi di incentivazione fiscale per supportare l’utilizzo di materiali derivanti dalle filiere del riciclo; una revisione del sistema di tassazione per rendere il riciclo più conveniente dello smaltimento in discarica; la promozione del diritto al riuso e alla riparazione; la riforma dei sistemi di Epr (Extended Producer Responsibility) e dei Consorzi per supportare il raggiungimento degli obiettivi comunitari; il rafforzamento degli strumenti normativi esistenti (legislazione End of Waste, Criteri Ambientali Minimi) e l’applicazione di detti strumenti a settori strategici: costruzioni, tessile, plastiche, Raee; il supporto allo sviluppo di progetti di simbiosi industriale, anche attraverso strumenti normativi e finanziari.

Giulia Proietto Billorello

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