Enel accelera su rinnovabili: bollette meno care del 20%

Meno debito, meno gas, bollette meno care, più rinnovabili, più elettrificazione, più utile netto. Enel presenta un piano 2023-2025 prudente, visto che “ci aspettano altri due anni di turbolenze” nei mercati energetici come ha sottolineato l’ad Francesco Starace parlando con analisti e giornalisti, ma sostenibile. In tutti i sensi.

Intanto si comincia da una progressiva riduzione della dipendenza dal gas e per questo l’obiettivo è proporre circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free nel 2025, portando la generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale – un aumento di circa 15 TWh (+7%) rispetto alle stime per il 2022 -, nonché digitalizzando circa l’80% dei clienti di rete. La prospettiva è offrire una bolletta ridotta del 20%, perché se l’energia viene dalle rinnovabili e l’incasso è fisso, garantendo dunque investimenti certi al gruppo, l’utente finale può beneficiare di prezzi più bassi e stabili.

Per arrivare al target sono dunque fondamentali proprio gli investimenti, che saranno complessivamente circa 37 miliardi di euro in tre anni, di cui il 60% a sostegno della strategia commerciale e il 40% a favore delle reti. Reti che necessitano di maggiori fondi per implementare la digitalizzazione, con lo scopo di migliorare l’efficienza e ridurre le interruzioni, raggiungendo un System Average Interruption Duration Index di circa 150 minuti nel 2025 (-35% rispetto alle stime per il 2022), inoltre si punta a raggiungere ad arrivare all’80% (+20%) dei clienti di rete digitalizzati. Il faro resta comunque sempre la produzione di energia, capacità che distingue Enel da altri operatori di mercato: il gruppo prevede di aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata. E per essere ancora più performante il management ha deciso di dare un taglio con i mercati che, secondo le stime degli stessi amministratori, non possono crescere più di tanto. Quindi via da Romania, Perù e Argentina, così da dirottare tutti gli investimenti su soli 6 Paesi ‘core’: Italia, Spagna, Brasile, Cile e Colombia. Discorso a parte per gli Stati Uniti, dove l’ad Starace per ora non ha in mente di fare acquisizioni, tuttavia non sarebbe esclusa una quotazione proprio della divisione americana magari fra un anno. Gli Usa inoltre potrebbero ospitare una replica di 3Sun Gigafactory, il maxi impianto di pannelli che sorgerà in Sicilia, “magari insieme con qualche partner finanziario”, ha precisato il Ceo di Enel.

Via dal gas ma anche via da un eccesso di indebitamento che potrebbe frenare le attività del gruppo nei prossimi anni. Anche per questo la società si concentra su 6 Paesi più potenzialmente redditizi. Dalle cessioni, e i colloqui sono in corso, si genereranno 21 miliardi, dei quali 10 andranno proprio a ridurre il rosso di Enel. La riduzione si dovrebbe attestare in un range di 51-52 miliardi di euro già entro la fine del 2023, dai 58-62 miliardi di euro stimati per quest’anno. Maggiori risorse che andranno anche nelle tasche degli azionisti. Si prevede che l’EBITDA (il margine lordo) cresca infatti a 22,2-22,8 miliardi di euro nel 2025 dai 19-19,6 miliardi stimati nel 2022. E l’utile netto ordinario dovrebbe salire a 7-7,2 miliardi di euro nel 2025, dai 5-5,3 miliardi attuali. Una signora cifra che garantirebbe così un dividendo di 0,43 euro per il prossimo triennio, superiore ai 40 cent di quest’anno.

C’è un approccio un po’ conservativo in questo piano. Siamo stati molto trasparenti. Dovevamo affrontare territori mai visti. Ci sarà ancora la guerra? Finiranno i flussi di gas dalla Russia? Magari abbiamo peccato per eccesso di precauzione, forse nel 2023 le cose andranno meglio e potremmo avere risultati migliori a livello aggregato dato l’outlook prudente da dove siamo partiti”, ha spiegato Starace. D’altronde “abbiamo potenzialità di investimenti di 30mila Mw di rinnovabili. E se il governo, come abbiamo sentito, è pronto a sbloccare gli investimenti potremmo anche raddoppiare i 4 GW che abbiamo in programma di realizzare”.

Il piano è dunque “denso” ma sostenibile “e il management è in grado di eseguirlo indipendentemente da me. Quello che dovrò fare lo farò, però dipendo dalle decisioni degli azionisti. Non è un mistero che mi piaccia questo lavoro, tuttavia non sta a me la scelta di essere riconfermato il prossimo anno”, ha concluso Starace.

Chiara Troiano

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