Tradurre la scienza in tecnica attraverso le imprese, in un legame che porti all’ampliamento del mercato europeo della Big Science, settore che comprende progetti scientifici e tecnologici internazionali e che già ad oggi vale circa 10 miliardi di euro ogni anno. E’ l’obiettivo del Big Science Business Forum in programma a Trieste dall’1 al 4 ottobre presso il General Convention Center, in Porto Vecchio, in una terza edizione che succede a quelle di Copenaghen e Granada. L’evento, focalizzato su ricerca e business, riunisce le principali infrastrutture scientifiche presenti in Europa e le aziende internazionali leader dei settori industriali di alta tecnologia e innovazione che collaborano con esse, ma anche le piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico.
Quello delle Big Sciences, infatti, è un settore in cui il sistema industriale italiano sta emergendo con un ruolo di rilievo, attraverso l’aggiudicazione da parte di numerose imprese di rilevanti commesse con i principali centri di ricerca scientifica europei, impegnati in sperimentazioni d’avanguardia su più fronti. E alcune delle grandi aziende italiane, in prima linea negli investimenti scientifici (tra cui Leonardo, Fincantieri e Ansaldo), e PMI del territorio selezionate dai più prestigiosi laboratori di ricerca al mondo, hanno fornito la loro testimonianza nella tappa di presentazione che si è tenuta a Torino, in un incontro promosso da Confindustria, Confindustria Piemonte, Confindustria Friuli Venezia Giulia e Unione Industriali Torino, e Regione Friuli Venezia Giulia. “L’importanza di questo appuntamento parte da un mercato di 10 miliardi di euro europei (fondi gestiti tramite bandi pubblici e gare di appalto internazionali direttamente dalle Big Science Organizations , ndr) di cui buona fetta viene proprio investita in Italia, e un’altra grande parte su questo territorio. Il tutto si traduce facendo lavorare insieme ricerca e università e grandi tecnologie applicate a un’industria che si sta modernizzando. E questo vuol dire valore aggiunto sulle produzioni e posti di lavoro”, ha detto Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali Torino.
Un esempio significativo è rappresentato dal coinvolgimento di aziende italiane nello sviluppo dei progetti dedicati alla fusione nucleare, che promettono di rivoluzionare la produzione elettrica puntando su una delle soluzioni più promettenti per ottenere energia pulita e sostenibile. In particolare, diverse realtà stanno contribuendo alla realizzazione di Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) attraverso la fornitura di componenti tecnologiche avanzate. Analogamente, il know-how produttivo italiano contribuisce all’attività condotta in altri campi della Big Science, a partire da quelli legati alla fisica delle particelle e all’astronomia: è il caso, ad esempio, delle collaborazioni in atto con il Cern di Ginevra per la realizzazione di strumentazioni destinate ad esperimenti di fisica delle alte energie. Si tratta, spiegano gli industriali, “di partnership che non solo rafforzano la posizione dell’Italia nel panorama scientifico internazionale, ma che al contempo contribuiscono allo sviluppo tecnologico e industriale del Paese, anche grazie alla significativa presenza, al fianco dei grandi player industriali nazionali, delle nostre PMI“.
A Trieste è prevista la partecipazione di almeno 1.000 delegati provenienti da 500 organizzazioni che troveranno all’interno dello spazio fieristico triestino, 150 stand, con 14 padiglioni nazionali (National Pavilion). Insieme all’Italia altri 19 Paesi presenti: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Cina, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito e Irlanda del Nord, Slovenia. “L’evento di ottobre non è solo un’opportunità per le singole aziende, ma per l’intero sistema-Paese: il Big Science Business Forum rappresenta una piattaforma per promuovere il dialogo tra il mondo della ricerca e delle imprese, che dobbiamo saper mettere a frutto per sviluppare una progettualità di lungo periodo capace di farci progredire sul piano della competitività” ha sottolineato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. “Aver scelto Torino per lanciare Trieste testimonia la rinnovata capacità nazionale di guardare al di là dei singoli interessi territoriali e investire su progetti di ampio respiro in cui ciascuno può portare il proprio valore aggiunto“, ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in un messaggio inviato per l’occasione.
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