Stellantis, tre nomi per il dopo Tavares. Ma il titolo crolla in Borsa

Dopo una domenica sera concitata, con le dimissioni improvvise e con effetto immediato del ceo di Stellantis Carlos Tavares, il lunedì del Gruppo si apre in maniera peggiore rispetto alle attese. L’addio dell’amministratore delegato avrebbe potuto spingere il titolo in Borsa, ma la scelta di rimandare a metà del 2025 la decisione sulla sua successione crea instabilità sui mercati. Tanto che, in apertura a Milano, il titolo non fa prezzo, per poi toccare punte negative di oltre -8% durante la giornata e chiudere a – 6,30%. L’azienda però assicura: “Il processo di nomina del nuovo Amministratore Delegato è in fase avanzata, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio di Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025”. In attesa della conclusione del processo per la selezione del nuovo ceo, il Comitato esecutivo ad interim sarà responsabile della direzione e della supervisione della Società per conto del Consiglio di amministrazione e sarà presieduto da John Elkann. Richard Palmer è stato nominato Special Advisor del Presidente e parteciperà al CEI come consulente per il gruppo dirigente. Il Comitato è composto da Xavier Chéreau, Ned Curic, Arnaud Deboeuf, Antonio Filosa, Béatrice Foucher, Jean-Philippe Imparato, Douglas Ostermann, Philippe de Rovira. A supporto dell’Iec e alle dirette dipendenze del Presidente ci saranno i vicepresidenti esecutivi Bertrand Blaise, Olivier Bourges, Giorgio Fossati, Santo Ficili, Olivier Francois, Clara Ingen-Housz.

Una giornata nera, insomma, considerando anche che il totonomi per il post Tavares non trova, al momento, alcun riscontro. Tre sono le candidature che circolano insistentemente in queste ore, ma per la verità sono le stesse che si facevano già prima, quando si pensava che il portoghese sarebbe rimasto in carica fino a fine mandato, l’inizio del 2026. Due sono manager già interni al Gruppo: Olivier Francois, attualmente già ceo di Fiat e global chief marketing officer di Stellantis, e Jean-Philippe Imparato, amministratore delegato di Alfa Romeo. Entrambi, però, potrebbero svolgere il ruolo solo ad interim, in attesa dell’arrivo di Luca De Meo. Uomo di Marchionne, attualmente in Renault e presidente di Acea, potrebbe rientrare in Stellantis e prendere le redini del colosso franco-italiano proprio dalle mani di quel Tavares con cui si è più volte scontrato rispetto alla possibilità di posticipare le regole sullo stop alle auto a motore endotermico.

Intanto, però, mentre internamente fervono i lavori sulla successione e per capire come affrontare le sfide del 2025, con la spada di Damocle delle multe CAFE dell’Ue che fissano una soglia media di emissioni di CO2 per tutti i veicoli venduti, l’Italia torna a chiedere conto a Stellantis delle sue politiche industriali. L’addio di Tavares è la classica goccia che fa traboccare il vaso e che, incredibilmente, mette dalla stessa parte della barricata sindacati, maggioranza e opposizione. Tutti compatti nel chiedere che ora, dopo la gestione del portoghese, sia il presidente John Elkann a riferire in Parlamento. Tanto che il presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, ha già inviato una lettera di richiesta di audizione: “Credo che sia assolutamente necessaria – ha sottolineato – e credo che la richiesta possa essere accettata visto il cambiamento nel Consiglio di amministrazione di Stellantis. È un momento difficile per l’automotive”.

Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “si apre una nuova fase, ci auguriamo che l’Italia torni centrale nel piano industriale di Stellantis, nella piena consapevolezza di quanto importante sia la forza del Made in Italy”. E, per sottolineare questo nuovo corso, subito, nel corso della visita di Stato in India a Nuova Delhi, sente telefonicamente Elkann. Rimane confermato, secondo fonti, il tavolo Stellantis, convocato per il prossimo 17 dicembre al Mimit, con l’intenzione di chiudere in modo positivo così come da mandato parlamentare, con un ‘Piano Italia’ che riaffermi la centralità del nostro Paese nei progetti di sviluppo di Stellantis. Al tavolo il Gruppo automobilistico sarà rappresentato da Jean Philippe Imparato, responsabile Europa, che ha avuto dal presidente, nonché guida del comitato esecutivo, il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni.

Intanto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, da Lecce chiede “che la presidenza del Consiglio convochi il gruppo dirigente di Stellantis e i sindacati per fare una discussione che riguarda quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese”. Anche perché gli occhi rimangono tutti puntati sulla buonuscita che riceverà Tavares. Anche qui, nessuna conferma ufficiale, ma si parla di 100 milioni di euro. Cosa che, se confermata, secondo Landini sarebbe “uno schiaffo in faccia ai lavoratori”. Ma, per il momento, sulla eventuale cifra bocche cucite.

Elena Fois

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