L’Unione europea deve tagliare ulteriormente le importazioni di energia dalla Russia e per scandagliare le varie possibilità di come farlo nasce un gruppo di lavoro di alto livello. A darne la notizia, nel pomeriggio, è stato lo stesso ministro ceco dell’Industria e del commercio, Jozef Sikela. “Abbiamo deciso di usare l’approccio della solidarietà e della collaborazione europea per ridurre le importazioni di energia russa in Europa, perché ci sono ancora decine di miliardi che stiamo inviando per pagare petrolio e gas e non vogliamo più alimentare la macchina bellica di Putin”, ha affermato il ministro.
“Quindi abbiamo deciso di iniziare un gruppo di lavoro ministeriale di alto livello in cooperazione con la Germania e altri Paesi membri con un forte allineamento e coordinamento con la Commissione. Il compito del gruppo è semplicemente quello di preparare misure su come ridurre successivamente le importazioni di energia dalla Federazione russa in Europa, ma non solo petrolio e gas, bensì anche nucleare. Ma dovremo farlo efficacemente ed efficientemente perché queste misure non devono danneggiare noi, ma il regime del dittatore Putin”, ha spiegato Sikela.
“Il format del gruppo è ancora in discussione e per le tempistiche abbiamo concordato di incontrarci non più tardi del Consiglio organizzato per la seconda settimana di luglio. Ma ovviamente inizieremo i colloqui preliminari via teleconferenza e telefono e definiremo la costituzione finale”, ha precisato Sikela. “Di base c’è stato davvero un ampio sostegno per questa iniziativa che è stata ben accolta. Nessun Paese ha detto di no. Alcuni Paesi hanno solo sottolineato l’importanza di avere misure intelligenti per assicurare che le misure abbiano un impatto sul regime russo e non sui Paesi membri, le famiglie e le imprese. Le misure devono prevedere come garantire energia a sufficienza e robuste infrastrutture per evitare colli di bottiglia o altre perdite che possano creare volatilità sui mercati”, ha illustrato ancora Sikela.
“Nessuno ha esplicitamente detto no alla proposta. Allo stesso tempo, ce ne sono Stati 12 che hanno detto esplicitamente sì e molti hanno chiesto una guida esplicita dalla Commissione. Quindi ciò ci fa concludere, come presidenza, che c’è un ampio consenso al tavolo per approfondire e armonizzare il lavoro“, ha precisato la ministra belga dell’Energia, Tinne Van der Straeten, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Energia dell’Ue. “Il seguito da dare a questo tema sarà dunque un dibattito politico a livello tecnico nel Coreper, sotto questa presidenza belga. La Commissione convocherà una riunione a livello di lavoro e i ministri rimarranno coinvolti. Si tratta di un passo in avanti concreto per smettere di finanziare la macchina bellica“, ha spiegato Van der Straeten.
All’inizio della giornata, la proposta della creazione del gruppo di lavoro, avanzata via lettera alla presidenza belga del Consiglio dell’Ue da Germania e Repubblica Ceca, aveva fatto ipotizzare un avvicinamento tra Praga e Berlino, divise sulla questione della tassa tedesca sul gas stoccato nei punti di interconnessione. La lettera “è un bellissimo esempio di come i Paesi, in questo caso Germania e Repubblica Ceca, superano” delle divisioni “e lavorano nell’interesse dell’Unione europea nel suo insieme“, ha detto al suo arrivo la ministra belga dell’Energia, Tinne Van der Straeten, rafforzando l’annuncio fatto dalla commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, proprio sull’imposta tedesca: “Mi aspetto che la Germania abbia annunci positivi da fare”.
E l’annuncio, di fatti, è arrivato. Per bocca del sottosegretario al ministero federale tedesco dell’Economia e dell’azione per il clima, Sven Giegold, che al suo arrivo alla riunione ha detto di poter “annunciare che il governo federale tedesco ha concordato di voler abolire la tassa sul gas stoccato nei punti di interconnessione il prima possibile. Ciò significa, per via del fatto che necessita di un cambiamento legale, a partire dal primo gennaio 2025”. L’aumento della tassa a partire da luglio rimarrà, perché fa parte della legge e scatta in automatico, “ma ciò non impedisce l’abrogazione della legge dal 2025”, ha puntualizzato Giegold. “Non è mai stata nostra intenzione ostacolare con questo prelievo la diversificazione dal gas russo. Tuttavia, abbiamo discusso con inostri vicini e abbiamo capito che ciò causa problemi per la diversificazione dal gas russo. Ecco perché abbiamo preso questa decisione”, ha precisato il sottosegretario tedesco.
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