“La produzione da fonti rinnovabili (114,7 TWh) è risultata, invece, in diminuzione (-1,9%); la produzione da bioenergie, idroelettrico e geotermico è diminuita rispettivamente del 6,9%, del 5,9% e del 2,1%, mentre è aumentata considerevolmente la produzione da eolico (10,8%). È rimasta pressoché invariata la produzione fotovoltaica (25 TWh) con un aumento dello 0,5%. Sul totale della produzione il gas pesa quindi per il 49,5% (tutto il termoelettrico rappresenta il 59,3%) e le rinnovabili per il 40%”. E’ quanto si legge nella relazione annuale di Arera. Che prosegue: “Eni è il primo operatore nella generazione termoelettrica, sebbene Enel abbia una quota appena inferiore; il primo gruppo, infatti, detiene il 15,7% della generazione termoelettrica complessiva lorda, mentre per il secondo la stessa quota è pari al 15,3%. Enel si conferma, per contro, il primo operatore nella produzione da fonti rinnovabili dove ricopre il 23,3% della generazione lorda, grazie alla sua quota significativa nell’idroelettrico (37,7%, in crescita rispetto al 34,8% dell’anno precedente) e alla totalità della produzione geotermica. Per l’anno 2021, si stima che, a consuntivo, i costi derivanti dall’incentivazione delle sole fonti rinnovabili siano pari a circa 10,5 miliardi di euro, con una diminuzione di circa 1 miliardo di euro rispetto al 2020 e circa mezzo miliardo di euro al di sotto dei costi degli anni 2018 e 2019. La quantità di energia elettrica incentivata complessivamente si attesta a poco più di 63 TWh”.
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