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A fine mese le nuove bollette, ipotesi rincaro annuo fino a +400%

Il decreto Aiuti bis ha previsto uno stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura gas e luce. Fino al 30 aprile 2023 non saranno efficaci le clausole che permettono alla società di modificare le condizioni relative alla definizione del prezzo anche nel caso in cui sia riconosciuto il diritto di recesso per il cliente. Tutto risolto in vista dell’autunno? In parte, perchè in realtà a stabilire il prezzo delle tariffe è l’Arera, ovvero l’autorità per l’energia. La quale, in un documento inviato al Parlamento oltre un mese fa, ipotizzava aumenti del 100% in autunno.

Sì, dopo i rincari stellari di questi mesi che hanno messo ko soprattutto le piccole e medie imprese, le bollette potrebbero raddoppiare. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: il prezzo del gas è passato dai 100 euro/MWh di giugno a quasi 350 due settimane fa e adesso si viaggia attorno ai 210 in attesa di capire se la Ue introdurrà un price cap o se inventerà un altro sistema di raffreddamento prezzi. C’è inoltre da ricordare che in Italia quasi metà dell’energia elettrica è prodotta dal gas, per cui la corrente di pari passo rincarerà pesantemente. Quando aspettarsi il salasso?

Le tariffe elettriche verranno comunicate a fine mese – dopo le elezioni del 25 settembre- e varranno per tre mesi, mentre quelle del gas, che varranno solo per le fatture/bollette di ottobre, saranno rese note a novembre. Il meccanismo introdotto da Arera infatti prevede che la tariffa sia fissata mese per mese, per evitare di stabilire prezzi magari proprio sul picco del mercato.

Le ultime previsioni ufficiali sugli aumenti sono quelle appunto di Arera, che ipotizzava un +100%. La Gran Bretagna ieri ha varato un tetto al prezzo delle tariffe, fissandolo a 2500 sterline anno (circa 2800 euro) per due anni, in più ha congelato per sei mesi i costi energetici alle imprese. Il governo italiano è invece al lavoro per studiare un meccanismo che attutisca ulteriormente l’impatto dei mercati sulle bollette. Le risorse a disposizione tuttavia appaiono limitate, una decina di miliardi di euro.

Visti i repentini balzi e crolli dei prezzi sui mercati nessuno ufficialmente fa previsioni certe sui rincari. Molto dipenderà anche dalle forniture dalla Russia. Se Putin chiudesse tutti i rubinetti verso l’Europa si prospetterebbero due strade: super razionamento dei consumi oppure corsa all’accaparramento di gas con nuova impennata dei prezzi, che secondo alcuni operatori contattati da Gea potrebbe tradursi in un aumento annuale delle bollette fino al 400%. D’altronde – come sottolinea la Fondazione Think Tank Nord Est – il valore del Pun, il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica, da agosto 2021 ad agosto 2022 è cresciuto del 351%, quello del gas del 418%.

Nadia Bisson

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