Il bilancio d’esercizio di Enel spa per il 2022 si è chiuso con un risultato netto di 7,157 miliardi di euro, in crescita del 50,3% sui 4,762 del 2021 da ricondurre, in particolare, ai proventi da partecipazioni e al risultato della gestione finanziaria, parzialmente compensati dalla riduzione degli altri proventi (sostenuti nel 2021 dalla cessione delle quote in Open Fiber spa) e delle rettifiche di valore delle partecipazioni. È quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2022 di Enel spa, approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con Delibera n. 9/2024, in cui la magistratura contabile ha rilevato una crescita del patrimonio netto della società (38,34 miliardi di euro) pari al 9,7% rispetto al 2021, imputabile principalmente all’utile complessivo al netto dei dividendi distribuiti. Questo – ha specificato la Corte – in un contesto globale non favorevole a causa dell’incertezza dovuta a fattori geopolitici che hanno generato volatilità sulle catene di approvvigionamento, spingendo verso l’alto i prezzi delle materie prime (comprese quelle energetiche) e generando spirali inflazionistiche.
I risultati del Gruppo sono stati influenzati da un incremento dei ricavi (63,9%) dovuto alle maggiori vendite di energia a prezzi medi crescenti e da un incremento dei costi (73,2%), legato prevalentemente ai maggiori approvvigionamenti dei combustibili con prezzi medi in aumento. Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022 si è chiuso con un risultato netto di Gruppo di 1,682 miliardi di euro, in riduzione sui 3,189 del 2021 anche per la differente incidenza delle imposte e delle interessenze di terzi nei periodi a confronto.
Si attesta ancora al 23,585% la partecipazione del MEF al capitale di Enel, con una proprietà diffusa in capo al mercato pari a circa il 76,4%. Tra i circa 670.000 azionisti (investitori istituzionali italiani ed esteri, oltre a risparmiatori individuali), quelli retail detengono circa il 20% del capitale.
Il patrimonio netto 2022 del Gruppo, pari a 28,657 miliardi di euro, è in lieve calo rispetto ai 29,653 miliardi del 2021 (28,325 nel 2020), sostanzialmente in virtù del minore apporto dell’utile dell’esercizio compensato dell’aumento delle riserve. Aumenta invece del 5,8% il patrimonio netto di terzi. L’indebitamento finanziario netto 2022 del Gruppo, attestatosi a 60,068 miliardi di euro, è in aumento del 16,2% (51,69 nel 2021), principalmente per effetto del fabbisogno generato dagli investimenti del periodo.
Si intensifica – rileva, infine la Corte – la tendenza in crescita dell’indebitamento, con il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda ordinario che si eleva a 3,1, ribadendo l’esigenza di adottare le misure di contenimento previste nel piano strategico.
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