Il Governo è impegnato nel monitoraggio dell’andamento dei prezzi dell’energia e nell’individuazione di “ogni misura atta ad assicurare la massima protezione di cittadini e imprese, e in particolare dei vulnerabili”. Per questo, l’esecutivo sta “valutando ulteriori misure strutturali per i soggetti vulnerabili nell’ambito della Strategia nazionale per la povertà energetica e del Fondo sociale per il clima, volto, quest’ultimo, a mitigare l’impatto sociale della transizione energetica sulle famiglie in condizione di disagio economico”. Parola del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che durante il question time alla Camera ha tracciato l’attuale situazione energetica del Paese. Una situazione che, rispetto a quella di un anno fa, appare decisamente migliorata, visto che “tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 – ha aggiunto – i valori medi delle offerte di elettricità e gas a prezzo fisso per il mercato domestico sono diminuiti di circa il 20%, sulla scia di mercati all’ingrosso in ribasso”.
Per dare un ulteriore slancio al ribasso dei prezzi, un forte aiuto potrebbe arrivare dalle rinnovabili. Per questo motivo dal 2008 al 2022 sono stati erogati incentivi per oltre 141 miliardi di euro: “La progressiva diffusione delle rinnovabili favorirà la diminuzione dei costi delle singole tecnologie alle quali sono tarate i meccanismi di incentivazione e di conseguenza una riduzione degli oneri in bolletta nel tempo”. Ma non si può lasciare da parte neanche l’idroelettrico, per la quale Pichetto auspica “una rinnovata stagione di investimenti”. Si tratta, ha aggiunto, “una risorsa per la sicurezza energetica del Paese e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione” ed ecco perché “dovranno andare avanti le interlocuzioni con Bruxelles” per far sì che ci sia “una più ampia condivisione possibile delle soluzioni prospettate“.
Ma, se le bollette hanno un peso, il Governo non può trascurare il tema della sicurezza energetica, per il quale il gas ha ancora un ruolo importante. Per questo, fermo restando il programma di decarbonizzazione, “i rigassificatori costituiscono opere strategiche”, ha sottolineato il ministro. In questo contesto, “i due terminali di rigassificazione di Porto Empedocle e Gioia Tauro, già autorizzati, potranno garantire una capacità aggiuntiva pari a 20 miliardi di standard metri cubi annui, con la possibilità di traguardare al 2030 una capacità complessiva di circa 48 miliardi”.
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