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La corsa agli approvvigionamenti degli Stati tiene alto il prezzo del gas

Il mercato del gas è fuori controllo”, sentenzia Klaus Muller, presidente dell’authority delle reti in Germania in una intervista a T-Online. Si riferisce alle quotazioni del Ttf, scambiato nella piazza finanziaria di Amsterdam, che ha sconvolto e sconvolgerà i bilanci di famiglie e aziende. Il prezzo è sui massimi di sempre, dieci volte più di un anno fa: 230 euro/MWh.

Si sa, la forte riduzione di forniture russe attraverso il North Stream ha soffiato sul fuoco, a partire da maggio. Figurarsi ora che i flussi arrivano nel Vecchio Continente a una capacità del 20% della produzione. Tuttavia c’è dell’altro, come si evince da un report di S&P Global Commodity Insights. I contratti spot hanno raggiunto certe vette poiché gli operatori del mercato mirano a garantire l’approvvigionamento per il riempimento dello stoccaggio del gas per il periodo di riscaldamento invernale, si legge. In pratica sarebbero gli Stati, che hanno iniziato una corsa all’accaparramento di metano, ad alimentare i rincari. Rincari che poi si traducono in un’esplosione delle bollette, alle quali gli stessi Stati rispondono con misure finanziarie allo scopo di mitigare il salasso.

Ma c’è anche un’altra versione, giudicata interessante da S&P, del rally rialzista. Visto che la Ue chiede una riduzione dei consumi del 15% fino a marzo, in questo senso, secondo un trader, “i governi stanno facendo di tutto per spingere il prezzo verso l’alto, suppongo per incoraggiare le misure di risparmio energetico, ma sta funzionando come una tecnica spettrale”.

Gli operatori sono “sbalorditi“, commenta un altro trader con sede in Svizzera: “Ho smesso di capire questo mercato dall’ultima mossa rialzista. In questi giorni qualsiasi cosa con un impatto di 5 milioni di metri cubi/giorno avrà un impatto di 5 EUR/MWh sul prezzo”. Con una volatilità più elevata che mai vista prima nel mercato del gas, ci si aspetterebbe che i trader traggano vantaggio dalle mosse giornaliere. “Comprare a 230/MWh?“, conclude l’operatore: “Nessuna logica“.

A complicare il quadro è arrivata la debole fornitura dalla Norvegia poiché la manutenzione del giacimento di gas di Troll è iniziata il 15 agosto, che dovrebbe durare per l’intero mese. Inoltre, inoltre i bassi livelli del fiume Reno stanno causando problemi nel trasporto di carburante verso le centrali elettriche tedesche, con conseguente ulteriore stress sul gas trasportato dagli oleodotti.
Prezzi elevati inducono così i trader a comprare futures con scadenze più lunghe, per assicurarsi contratti di consegna più economici. Come ad esempio ‘terzo trimestre 2023’ a 207 euro/MWh, oppure inverno 2023 (199 euro). Per trovare tuttavia un future inferiore ai quota 200, almeno ieri all’ora di pranzo, bisognava acquistare un “primo trimestre 2024” a ben 192 euro/MWh.

Giulia Proietto Billorello

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