This picture taken on January 22, 2024 shows a section of JT-60SA, the world's biggest experimental nuclear fusion reactor Naka Fusion Institute in Naka city of Ibaraki Prefecture. (Photo by Philip FONG / AFP)
Sarà localizzato a Culham (Oxfordshire, Regno Unito) e sarà completato nel 2028 l’impianto più grande e avanzato al mondo per la gestione del ciclo del trizio, combustibile chiave nel processo di fusione nucleare. Il progetto è frutto di un accordo di The United Kingdom Atomic Energy Authority (UKAEA), l’organizzazione nazionale del Regno Unito responsabile della ricerca e sviluppo sostenibile dell’energia da fusione, ed Eni, per condurre attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’energia da fusione.
L’impianto, denominato ‘UKAEA-Eni H3AT Tritium Loop Facility’, è progettato per essere un centro d’eccellenza mondiale che offrirà all’industria e al mondo accademico l’opportunità di studiare soluzioni innovative per processare, stoccare e riciclare il trizio. UKAEA e Eni collaboreranno inoltre per sviluppare altre soluzioni tecnologiche all’avanguardia nell’ambito dell’energia da fusione, comprese iniziative di trasferimento di competenze tra le parti. “Eni contribuirà al progetto H3AT con la propria esperienza nella gestione e sviluppo di iniziative su larga scala e collaborerà anche a de-rischiare la roadmap di progetto. Questa partnership combina l’ampia esperienza di UKAEA nella ricerca e sviluppo sulla fusione con le consolidate capacità industriali di Eni nell’ambito dell’ingegneria impiantistica, nella messa in atto e nella gestione delle attività”, si legge in una nota.
Il recupero e riutilizzo del trizio giocherà un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento e generazione del combustibile nelle future centrali elettriche a fusione, e sarà determinante nel rendere la tecnologia sempre più efficiente. La fusione è infatti una forma di energia in cui il processo che alimenta il Sole viene replicato sulla Terra: due isotopi di idrogeno, deuterio e trizio, si fondono insieme sotto intenso calore e pressione per formare un atomo di elio, rilasciando grandi quantità di energia a zero emissioni attraverso un processo sicuro, più pulito e virtualmente inesauribile. L’energia da fusione, in prospettiva, è destinata a rappresentare una fonte rivoluzionaria in termini di contributo alla sicurezza energetica e decarbonizzazione.
“Siamo orgogliosi di essere all’avanguardia a livello globale nell’innovazione di tecnologie per l’energia da fusione, e questa collaborazione con Eni segna un avanzamento significativo nello sviluppo del potenziale dell’energia da fusione, supportando i nostri obiettivi di crescita economica, energia pulita e indipendenza energetica”, commenta il ministro per il Clima del Regno Unito, Kerry McCarthy.
Per Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, “l’energia da fusione è destinata a rivoluzionare il percorso globale di transizione energetica, accelerando la decarbonizzazione dei nostri sistemi economici e industriali, contribuendo a diffondere l’accesso all’energia e a ridurre i legami di dipendenza energetica nel quadro di una transizione più equa”.
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