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Snam aumenta fatturato e utile. Il nuovo ad: “Gas essenziale per transizione”

Snam archivia il primo semestre del 2025 con risultati solidi, sia sul piano industriale che su quello finanziario. L’utile netto adjusted si attesta a 750 milioni di euro, in aumento dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2024. La crescita è trainata da un miglioramento dell’Ebitda (il margine operativo lordo) e dal maggiore contributo delle società partecipate, sia italiane che internazionali. I ricavi totali raggiungono 1,906 miliardi, segnando un incremento del 5,9%, grazie soprattutto all’aumento delle tariffe regolate nel comparto gas.

Nel dettaglio, la crescita del fatturato è figlia principalmente “della crescita dei ricavi regolati delle infrastrutture gas (+108 milioni di euro; +6,7%). L’aumento dei ricavi regolati è attribuibile principalmente agli effetti della delibera Arera numero 130 e, in particolare, all’aggiornamento dei ricavi 2024 al nuovo deflatore applicato alla crescita della Rab e all’adozione dell’inflazione italiana per la rivalutazione del capitale investito ai fini regolatori (la Rab, appunto), a partire dai ricavi del 2025 (+67 milioni di euro)”.

Fatturato in crescita anche per l’aumento della “Rab a seguito della realizzazione del piano di investimenti (+73 milioni)” e “al consolidamento di Stogit Adriatica (già Edison Stoccaggio) nel perimetro di gruppo dal 3 marzo (+26 milioni”), si legge nel comunicato diffuso dalla società. “Nel primo semestre abbiamo ottenuto risultati molto solidi, in linea con le nostre aspettative. Abbiamo avviato le attività del rigassificatore di Ravenna e raggiunto un livello di riempimento degli stoccaggi superiore alla media europea” (a fine giugno 71% Italia contro media Ue del 60%), ha dichiarato l’amministratore delegato Agostino Scornajenchi nella sua prima conference call con gli analisti dopo la nomina. “Il gas si conferma come vettore energetico essenziale per un’integrazione sostenibile del sistema energetico, anche in vista dell’aumento atteso della domanda rispetto allo scorso anno”.

Scornajenchi ha poi evidenziato come le importazioni via gasdotto siano diminuite dell’8% nel semestre, rappresentando il 64% del totale, a causa soprattutto della riduzione dei flussi dal punto di ingresso di Tarvisio. Al contrario, l’import di Gnl è salito del 32% su base annua, superando il 30% del totale, con un ruolo crescente degli approvvigionamenti dagli Stati Uniti. Questo ha permesso all’Italia di rafforzare la sicurezza energetica e la diversificazione delle fonti in un contesto in cui il gas russo è in progressiva ritirata, ha sottolineato l’Ad. Sul fronte della transizione energetica, il numero uno di Snam ha ribadito che il gas continuerà a svolgere un ruolo centrale. “Non si tratta di azzerarlo, cosa tecnicamente impossibile, ma di gestirne l’utilizzo in modo sostenibile”. E la Ccs (cattura e stoccaggio del carbonio) è uno degli strumenti chiave su cui vogliamo puntare”, ha spiegato Scornajenchi. L’impianto di Ravenna, in questo senso, rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra tecnologia italiana e attori del settore. Positivo, ha aggiunto, anche l’avvio del confronto tra governo e operatori sulla futura regolamentazione della Ccs.

Valentina Innocente

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