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Eni, nel terzo trimestre utile operativo a 3 miliardi. Descalzi: “Risultati eccellenti, rivediamo stime al rialzo”

Eni ha realizzato un utile ante imposte adjusted del terzo trimestre 2023, pari a 3,3 miliardi di euro. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni del terzo trimestre 2023 è stato di 1,82 miliardi di euro, “condizionato dall’indebolimento dei prezzi degli idrocarburi, ma attenuato in modo significativo dal miglioramento delle prestazioni industriali”. Nei nove mesi 2023, l’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni è stato di 6,66 mld. Il dato è comunque superiore alle attese degli analisti e “rappresenta un risultato molto robusto grazie al continuo miglioramento della performance industriale e nonostante la debolezza dello scenario (il prezzo del Brent e i prezzi del gas naturale in calo rispettivamente del 14% e di oltre l’80%)“, come si legge in una nota del gruppo. Nei nove mesi l’utile ante imposte adjusted è stato di 11,9 miliardi: in particolare, l’utile operativo proforma adjusted, che integra i margini operativi delle società all’equity, risulta pari a 4 mld nel terzo trimestre 2023 (14,1 mld nei nove mesi). Questa performance riflette la ripresa della E&P rispetto al trimestre precedente, grazie alla crescita produttiva e ai migliori prezzi di realizzo, nonché il solido contributo di Refining, Enilive (il business della mobilità sostenibile) e Plenitude.

Si tratta di risultati  a seguito dei quali Eni ha rivisto al rialzo la previsione annua di ebit adjusted a 14 miliardi rispetto alla precedente indicazione nella semestrale di 12 miliardi, riflettendo il miglioramento dello scenario, ma anche una stima migliorativa delle prestazioni industriali che aggiungono circa 2,6 miliardi di risultato, in aumento di 0,6 miliardi rispetto alla precedente previsione. Al contempo, il flusso di cassa è atteso a circa 16,5 miliardi rispetto al precedente obiettivo tra 15,5 e 16 miliardi). Al 30 settembre 2023 il gruppo ha conseguito circa l’80% della previsione annua sia di ebit adjusted sia di cash flow. Proiezioni, ha avvertito Eni, “esposte alla volatilità dei prezzi degli idrocarburi”. Il management ha, infatti, stimato un impatto di circa 130 milioni sul flusso di cassa per ogni variazione di 1 del prezzo del Brent (su base annua). Quanto agli investimenti sono attesi a circa 9 miliardi, in riduzione del 6% rispetto alla precedente previsione, beneficiando delle continue azioni di ottimizzazione e di efficienza.

Comunque,”sia l’utile operativo sia la generazione di cassa si collocano in vetta alla serie storica di risultati trimestrali“, come ha commentato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. “Nel terzo trimestre 2023 abbiamo compiuto importanti progressi nella attuazione della nostra strategia di trasformazione e, ancora una volta, abbiamo conseguito eccellenti risultati operativi e finanziari. Nella E&P stiamo accelerando i piani di sviluppo del gas equity e della produzione di gnl, leva fondamentale per assicurare forniture energetiche affidabili e al tempo stesso per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione“, aggiunge Descalzi, citando la straordinaria scoperta di Geng North-1, a oggi la più importante dell’anno a livello di intera industria, il prossimo completamento dell’acquisizione di Neptune e l’acquisto delle attività di Chevron in Indonesia che “ci mettono nella condizione favorevole di poter accedere a un enorme volume di risorse nell’offshore del bacino di Kutei”. Inoltre, illustra, il gruppo ha avviato in meno di due anni dalla scoperta, la produzione del super giacimento Baleine nell’offshore della Costa d’Avorio, a conferma della validità del suo modello di sviluppo basato su tempi rapidi di esecuzione e accrescimento di valore; un progetto in grado di coniugare gli obiettivi di sicurezza energetica, garantendo le necessarie fonti tradizionali, con la decarbonizzazione delle operazioni rappresentando il primo progetto a zero emissioni nette dell’Africa (ambiti 1 e 2). GGP ha poi incrementato in modo sostanziale il portafoglio di gnl contrattualizzato grazie a tre nuovi accordi di lungo termine in Congo, Qatar e Indonesia per un volume totale a regime di 6,5 miliardi di mc l’anno. “I settori della transizione energetica stanno crescendo in maniera rapida“, ha aggiunto Descalzi. Enilive (Eni Sustainable Mobility) ha completato l’operazione relativa alla joint venture della bioraffineria di Chalmette negli Usa e sta valutando altri progetti internazionali di espansione nei biocarburanti facendo leva sulle nostre tecnologie e competenze distintive. Plenitude è prossima a traguardare i 3 GW pianificati di capacità rinnovabile installata entro fine anno, come pure gli obiettivi reddituali. Il perfezionamento dell’acquisizione di Novamont rafforzerà la trasformazione di Versalis in chiave chimica verde.

A tutto questo, “si aggiunge il consolidamento del nostro portafoglio di soluzioni CCS, tra i migliori del settore, grazie all’assegnazione della licenza di stoccaggio di Hewett nel Regno Unito e a importanti progressi tecnici e regolatori. In un contesto di mercato ancora molto volatile, l’ebit proforma adjusted comprensivo dei risultati in quota Eni delle nostre joint ventures e collegate ha raggiunto 4 miliardi per effetto della crescita sequenziale dei risultati di E&P, Raffinazione e attività retail. Il flusso di cassa operativo di 3,4 miliardi -, prosegue il ceo- si traduce in un flusso di cassa discrezionale, free cash flow, di circa 1,5 miliardi una volta finanziati investimenti organici pari a 1,9 miliardi. “Sia l’utile operativo sia la generazione di cassa si collocano in vetta alla serie storica di risultati trimestrali. Il free cash flow discrezionale cumulato fino a oggi di circa 6,2 miliardi supera ampiamente la prevista remunerazione degli azionisti per il 2023 compreso il riacquisto di azioni, contribuendo in tal modo a migliorare la flessibilità finanziaria e gli indici di solidità patrimoniale con un rapporto di leva stabile a 0,15“, precisa-

Valentina Innocente

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