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Il nostro futuro è scritto nel mare, ma sappiamo leggere?

Passeggiando tra le colline, le montagne e i laghi del Piemonte, dove sono nato e cresciuto, ho imparato ad amare la natura. Questa passione mi ha portato ad approfondire la conoscenza dell’ambiente, per poterne apprezzare ogni più piccolo dettaglio e gustarmelo al meglio. Così facendo ho scoperto che la mia vita dipende totalmente dal mare e così sarebbe anche se non l’avessi mai visto, vivessi a migliaia di chilometri di distanza e non mangiassi mai pesce. L’acqua è l’elemento fondamentale per la vita sulla Terra, oltre che elemento base di migliaia di habitat straordinari.

Insomma, il nostro futuro è scritto nel mare. Ma noi sappiamo leggere?

Il nostro Pianeta è dominato dal mare, dall’unico grande oceano che ricopre oltre il 70 per cento della superficie terrestre. Atlantico, Pacifico, Indiano, Artico e bacino intorno al Polo Sud contengono il 97 per cento della massa d’acqua presente sulla Terra. Il vapore che da questa massa si solleva in atmosfera ritorna come pioggia, ghiaccio o neve reintegrando costantemente le scorte di acqua dolce che, con una fitta rete di ruscelli, torrenti, fiumi e laghi, rende la Terra abitabile. L’oceano, l’insieme di tutti i bacini di acqua salata globalmente collegati e che identifichiamo con nomi diversi, fornisce ossigeno e assorbe anidride carbonica; l’oceano è fonte di cibo e ha un ruolo chiave nel regolare il clima. In ogni istante siamo in qualche modo legati al mare.

Negli ultimi anni questa consapevolezza si è fatta strada ad ogni livello e sta spingendo una trasformazione completa che trova la sua sintesi nell’Ocean Decade, il Decennio del Mare iniziato il primo gennaio 2021 e che durerà fino al 31 dicembre 2030. La sfida è enorme, epocale e impegna tutti, a diversi livelli e con diversi obiettivi: dai Governi agli scienziati, dalle imprese agli insegnanti, dagli attivisti ai bambini. Si tratta di cogliere una grande opportunità: secondo i dati Ocse e quelli della Commissione Europea, il settore della cosiddetta Economia Blue è uno dei pochi con grandi prospettive di crescita, anche dal punto di vista della creazione di posti di lavoro. Ben governato, evitando quindi operazioni fasulle e speculazioni, con il circuito dell’Economia Verde, è in grado di migliorare il livello di sostenibilità delle attività umane e allo stesso tempo di creare lavoro e benessere.

L’estate è alle porte e possiamo subito dimostrare le nostre attenzioni: non sotterriamo mozziconi di sigaretta in spieggia, consumiamo pesce locale, non esageriamo con l’aria condizionata, non buttiamo rifiuti sulla spiaggia o peggio ancora in acqua, non torturiamo granchi o altri animali che troviamo sulla battigia ma osserviamoli con rispetto, mettiamo una maschera e guardiamo la meraviglia subacquea, non guardiamo con schifo le alghe e la Posidonia oceanica (è una pianta marina, non un’alga!) che sono così preziose per preservare la biodiversità e persino per proteggere le nostre coste.

Noi esistiamo grazie al mare, dimostriamo amore e riconoscenza.

Nadia Bisson

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