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Italgas presenta Nimbus: il primo contatore per idrogeno, segnalerà anche i terremoti

Sostenibile, all’avanguardia e, soprattutto, pronto per il futuro. Italgas presenta a Parigi Nimbus: il primo contatore al mondo per l’idrogeno, con un sistema di misura del flusso di gas con tecnologia statica, termo-massica in particolare, compatibile con gas naturale e miscele di metano-idrogeno fino ad oltre il 20%. A presentare il nuovo contatore, sviluppato in house da Italgas RETI e Bludigit, la tech company del Gruppo, a Enlit Europe, forum sulla transizione energetica in corso a Parigi, è stato Pier Lorenzo Dell’Orco, amministratore delegato di Italgas RETI (principale società operativa del Gruppo Italgas). “Nimbus – ha spiegato Dell’Orco – è il risultato di un intenso lavoro di ricerca, progettazione e sviluppo che ci ha visti mettere a frutto l’importante know-how acquisito in questi anni di complessiva trasformazione digitale di asset e processi. Siamo consapevoli di aver compiuto un nuovo salto tecnologico che permette non solo di confermarci benchmark globale, ma soprattutto di contribuire ai target di decarbonizzazione dei consumi abilitando una sempre più efficiente distribuzione dei gas rinnovabili. Nimbus, un progetto tutto italiano, sarà la nuova offerta per il mercato internazionale della distribuzione, ci avvicina alla net zero economy e offre una serie di funzioni innovative per una gestione integrata del servizio“.

Il nuovo misuratore si distinguerà sul piano della performance, della sicurezza e della sostenibilità. “L’involucro – ha evidenziato l’ad di Italgas Reti – è fatto di policarbonato riciclato: un passo avanti per l’ambiente. Nimbus ha un design più compatto rispetto suoi pari, quindi usa meno materiale e richiede meno spazio per il trasporto”. Sarà, inoltre, tema fondamentale in un territorio a rischio come quello italiano, anche una ‘sentinella’ per incendi e terremoti. Un sensore sismico e uno di rilevamento della temperatura esterna possono infatti consentire di interrompere l’erogazione del gas in caso di eventi tellurici e di incendi e abilitano la condivisione dei dati con gli enti preposti alla sicurezza del territorio. “Una volta installati, si parlerebbe di 5 milioni di sensori in tutto il Paese che permetterebbero il rilevamento di terremoti: un caso unico al mondo. Per questo c’è un tavolo di lavoro con l’Università di Pavia e l’Ingv” per capire come utilizzare i dati di questa maxi rete, è l’annuncio di Dell’Orco. Inoltre la durata della batteria prevista è di 15 anni, la più lunga del settore. Per finire, specifiche soluzioni anti-effrazione consentono di rilevare tempestivamente tentativi di manomissione e disconnessione dell’apparecchio e moduli di comunicazione basati su tecnologia NB-IoT e LoRaWAN come reti primarie e ulteriore canale di back-up basato su tecnologia mesh anche in assenza di segnale consente a un contatore di trasmettere sfruttando la connessione con lo smart meter più vicino, con l’obiettivo di massimizzare le performance di telelettura e telegestione sul campo.

La road map è segnata: “Stiamo già installando gli smart meter Nimbus, 10mila saranno installati entro Natale, diventeranno 20mila entro gennaio. Dopo faremo un periodo di test di 10 mesi per esaminare le performance. A fine 2024 inizieremo la produzione massiva. Il piano è di cominciare rimpiazzando i contatori più vecchi, quelli basati sulla tecnologia Gprs che è obsoleta. Il progetto è di installarne un milione entro il 2025 e 5 milioni entro il 2029”.

Chiara Troiano

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