L’Italia è in ritardo sul trasporto pubblico. Mims: “Si va verso un’evoluzione green”

L’Italia è in ritardo su mobilità condivisa e ciclabile, sia per quanto riguarda l’uso del trasporto pubblico, soprattutto nelle grandi città come Roma, Palermo e Torino, sia per la scarsa qualità del servizio urbano offerto, caratterizzato da collegamenti scarsi, vetustà del parco mezzi e basso livello di digitalizzazione.

Il Mims ha presentato oggi il rapporto ‘Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile’, che, come ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, “mira a far evolvere il trasporto pubblico in un sistema di mobilità locale sostenibile, per migliorare i servizi ai cittadini, ridurre l’inquinamento e la congestione delle città” . I temi, che verranno approfonditi nei prossimi mesi insieme a “enti territoriali, imprese del settore, organizzazioni sindacali e associazioni degli utenti”, riguardano la diffusione delle tecnologie digitali, il ricorso a diversi mezzi di trasporto, gli investimenti sul lato della domanda e dell’offerta dei servizi e la maggiore efficienza degli operatori e integrazione tra i servizi offerti.

Oltre all’aumento di almeno 10 punti percentuali sul ricorso a sistemi di mobilità sostenibile e al calo del tasso di motorizzazione entro il 2030, gli obiettivi strategici del Piano includono anche:

  • la riduzione della congestione nelle principali aree urbane;
  • il dimezzamento del divario territoriale in termini di accessibilità, efficienza e qualità del trasporto pubblico;
  • il miglioramento dell’accesso ai mezzi pubblici e della soddisfazione dell’utenza;
  • la sostituzione totale degli autobus di classe inferiore a Euro 5 e transizione verso veicoli a emissioni zero, in linea con gli impegni di decarbonizzazione del settore;
  • la riduzione delle emissioni di gas climalteranti e di inquinamento dell’aria;
  • la diffusione dell’approccio Mobility as a Service (MaaS).

 

Tra gli strumenti per raggiungere gli obiettivi indicati, il Rapporto distingue quelli per stimolare la domanda e quelli che mirano a rendere più efficiente e sostenibile l’offerta.

I primi includono incentivi (monetari e non) per favorire il ricorso al trasporto pubblico locale o altre forme di mobilità sostenibile, nonché disincentivi (monetari e non) all’utilizzo del mezzo privato. Sul lato dell’offerta di mobilità, gli strumenti comprendono maggiori finanziamenti al Traporto Pubblico Locale (TPL), investimenti infrastrutturali (tram, metropolitane e ferrovie urbane) per aumentare l’offerta di modalità su ferro, nodi di trasporto rafforzati per favorire l’intermodalità, ciclovie e percorsi ciclopedonali, sostituzione dei mezzi più inquinanti con quelli elettrici o a idrogeno, interventi per integrare, anche grazie a piattaforme digitali, i servizi di mobilità a livello locale, miglioramento della regolamentazione, rafforzamento del ruolo del mobility manager, miglioramento delle modalità di affidamento e di gestione del servizio.

Nadia Bisson

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