La Svezia alla guida della presidenza del Consiglio Ue: sul tavolo la crisi energetica

Europa più verde, più sicura e più libera. Dal primo gennaio (e per i successivi sei mesi) la Svezia è alla guida semestrale del Consiglio Ue e dovrà confrontarsi con la sfida dei prezzi dell’energia e le nuove iniziative che la Commissione europea ha previsto per il 2023 sul fronte energetico. Sicurezza e unità, competitività, transizione verde ed energetica, valori democratici e stato di diritto. Sono i quattro pilastri della presidenza di Stoccolma, che nel logo del semestre sceglie di mettere in relazione le parole “Svezia”, “2023” e “UE” a simboleggiare “la solidarietà e la comunità”, di cui gli Stati membri dovranno dar prova nei prossimi dodici mesi. Per la Svezia si tratta della terza volta alla testa della presidenza (la prima risale al 2001, la seconda al 2009) e dal primo luglio lascerà il testimone alla Spagna.

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, riconosce che la Svezia assume la presidenza del “Consiglio in un momento cruciale”, così come cruciale dovrà essere la “leadership per preservare la nostra unità europea a sostegno dell’Ucraina. Potete contare su di me per portare avanti la vostra ambiziosa agenda per la nostra Unione”, ha scritto in un tweet.

Nel documento programmatico che illustra quali saranno le priorità del semestre, Stoccolma assicura che continuerà “a impegnarsi per affrontare i prezzi elevati e volatili dell’energia, affrontando al contempo la riforma a lungo termine del mercato energetico”, raccogliendo dunque il testimone della presidenza ceca (che si è chiusa il 31 dicembre). Una proposta di riforma strutturale del mercato elettrico, che dovrebbe includere anche il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia, è attesa da parte della Commissione europea nel primo trimestre 2023. La proposta della Commissione Ue sarà centrale nella prima parte dell’anno, ma sulla riforma del disegno del mercato elettrico gli Stati hanno aspettative diverse: alcuni (come l’Italia e la Francia) vogliono una riforma di tipo strutturale, altri (come Germania) evocano piccole modifiche. La presidenza dovrà iniziare a conciliare le posizioni dal momento che l’idea è quella di arrivare a fine legislatura, nel 2024, con un accordo politico sul tema.

Da una parte, affrontare le sfide urgenti della crisi energetica; dall’altra, portare avanti il lavoro di rivoluzione ‘verde’ del Green Deal. Sul piano legislativo, la promessa di Stoccolma è quella di mettere “in atto il pacchetto sul clima ‘Fit for 55’”, l’ambizioso pacchetto climatico presentato a luglio 2021 dalla Commissione europea come tabella di marcia per abbattere le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) come tappa intermedia per la neutralità climatica al 2050. Priorità di Stoccolma sarà chiudere i negoziati con l’Europarlamento sugli ultimi dossier rimasti in sospeso nel ‘Fit for 55’, come la revisione della direttiva sull’efficienza energetica e la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili (entrambe del 2018).

Nella sua agenda verde, Stoccolma prevede di portare avanti anche i lavori per un accordo con l’Eurocamera (che ancora non ha adottato la posizione negoziale) sulla proposta di revisione della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (Energy Performance of Building Directive – Epbd) e sulla seconda metà di proposte legislative del ‘Fit for 55’ presentata a dicembre 2021, ovvero il pacchetto che riguarda il mercato dell’idrogeno e del gas decarbonizzato su cui gli Stati membri devono trovare la loro posizione negoziale. Dovrà lavorare inoltre a un accordo politico con l’Eurocamera sulle norme per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico.

La Svezia riconosce di assumere le redini dell’Ue in un momento di sfide storiche particolarmente difficile per gli Stati membri e per l’Unione nel suo complesso. “L’invasione illegale, inaccettabile e non provocata della Russia dell’Ucraina è una minaccia per la sicurezza europea, con conseguenze disastrose per la migrazione, nonché per le forniture globali di cibo ed energia”, si legge sul sito della presidenza. Sebbene siano state intraprese “azioni decisive” per fronteggiare la crisi, “è imperativo rimanere saldi nella nostra transizione verso l’economia verde e salvaguardare le basi del nostro modello economico per una crescita a lungo termine”. Per questo, Stoccolma ha fissato tra i quattro pilastri del suo semestre di presidenza l’obiettivo di mantenere la rotta sulla transizione verde, affrontando allo stesso tempo l’aumento dei prezzi dell’energia.

“Durante un inverno freddo, l’UE deve restare unita per far fronte al duplice compito di realizzare la transizione energetica e riscaldare le case europee”, ha sottolineato il primo ministro svedese, Ulf Kristersson, in un intervento al Parlamento del 14 dicembre in cui ha indicato le priorità della presidenza. Dalle parole del primo ministro emerge che priorità andrà ad accelerare l’elettrificazione dell’UE, e a portare “avanti i lavori sulle proposte del pacchetto sul mercato del gas per sostituire l’energia fossile russa con altre fonti energetiche a basse emissioni di carbonio”.

Anche sul fronte ambientale, la presidenza di turno si prende l’impegno di chiudere i dossier rimasti aperti del pacchetto ‘Fit for 55’ e portare avanti i negoziati tra gli Stati Ue sulla proposta di un quadro di certificazione della rimozione del carbonio e sulla direttiva sugli imballaggi, entrambi presentati dalla Commissione Ue il 30 novembre scorso.

Il semestre di presidenza è ufficialmente iniziato, ma la prima riunione ufficiale della presidenza si terrà nella piccola città Kiruna, e non nella capitale Stoccolma, dal 12 al 13 gennaio. Kiruna è la città più settentrionale della Svezia e ospiterà, come da tradizione, il primo incontro della Commissione Europea, guidata dalla presidente Ursula von der Leyen, con il primo ministro Kristersson e il governo svedese.
La visita della Commissione europea nel paese che detiene la Presidenza all’inizio del semestre è una tradizione consolidata. Insolita la scelta di ospitare la presentazione del programma in una città che non è la capitale, ma la futura presidenza dell’Ue spiega la scelta dal momento che Kiruna “è all’avanguardia nell’innovazione, nella ricerca spaziale e nella transizione verde” e ospita la miniera sotterranea di ferro più grande del mondo, dove ogni giorno vengono estratte 75.000 tonnellate di minerale di ferro a una profondità di 1.600 metri. “Abbiamo scelto di tenere questo incontro a Kiruna per presentare un’area unica della Svezia, una regione unica dell’UE in cui è attualmente in corso una transizione industriale verde di portata storica”, afferma Kristersson. Kiruna non è solo una città mineraria, è anche una città spaziale. Ospita l’unico centro spaziale della Svezia, che – si legge ancora – è stato fondato oltre 50 anni fa e uno degli unici due centri spaziali in tutta Europa. Oggi il centro spaziale è utilizzato principalmente per la ricerca sulla microgravità e sulle condizioni atmosferiche.

 

(Photocredit: AFP)

Elena Fois

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