Lenti a contatto: così piccole, ma così pericolose per l’ambiente

Così piccole eppure così pericolose per l’ambiente. Sono le lenti a contatto, una manna per chi ha pochi decimi di capacità visiva, ma un vero problema per l’impatto che possono rappresentare sulla natura. Le lenti a contatto, infatti, non sono biodegradabili, ma possono essere smaltite solo nell’indifferenziato. Diversi utilizzatori invece non le smaltiscono correttamente, visto che circa il 20% degli americani, ad esempio, le getta nello scarico del water o in quello del lavandino. E questo rappresenta un pericolo perché con il tempo le lenti rilasciano microplastiche; se vengono poi ingerite dai pesci non è così peregrina l’ipotesi che possano poi finire anche sulle nostre tavole.

UN MERCATO IN COSTANTE CRESCITA A LIVELLO GLOBALE

Secondo un rapporto stilato questo mese da Grand Review Research, il mercato delle lenti a contatto è in grande crescita. La dimensione a livello globale è stata valutata in 14,6 miliardi di dollari nel 2021 e si prevede che crescerà a un ritmo annuo del 4,3% dal 2022 al 2030. Sempre più diffuse sono le lenti a contatto ‘usa e getta’, meglio definite ‘giornaliere’, questo significa che vengono sostituite ogni giorno. Sempre secondo la ricerca, infatti, il segmento delle ‘giornaliere’ ha dominato il mercato delle lenti a contatto e ha rappresentato la maggiore quota di entrate di oltre il 33,0% nel 2021. In questo caso si prevede che il segmento assisterà a una crescita del 5,1% dal 2022 al 2030.

UNA MOLE DI LENTI A CONTATTO GETTATE OGNI GIORNO

Secondo una delle ultime campagne del gruppo Contattologia di Assottica, sarebbero circa 120 milioni le persone che al mondo scelgono lenti a contatto per correggere i difetti della vista (miopia, astigmatismo, ipermetropia e presbiopia). E circa 2,5 milioni sono in Italia. Nel Regno Unito ad esempio si stimano oltre 725 milioni di lenti a contatto gettate ogni anno, e proprio qui stanno nascendo pratiche per responsabilizzare gli utenti sul tema smaltimento lenti a contatto. Assottica ha quindi diffuso un volantino, nella campagna ‘See green’ (‘Vedi verde’), in cui spiega come gestire i ‘rifiuti’ delle lenti. Ad esempio la confezione esterna, di solito in cartoncino, va gettata nella carta. Il blister che le ospita è in plastica con una linguetta in alluminio: in molte parti d’Italia entrambe vanno smaltite nella plastica, in altre vanno separate. Infine la lente a contatto vera e propria va gettata nell’indifferenziato.

IN ITALIA IL PRIMO PROGETTO GREEN PER LE LENTI GIORNALIERE

A febbraio l’Italia ha lanciato il primo progetto green per le lenti a contatto giornaliere, un progetto di compensazione che le rende ‘plastic neutral’. L’annuncio è stato dato a fine aprile nel Padiglione dei cetacei dell’Acquario di Genova da CooperVision, una delle principali aziende produttrici di lenti a contatto. Da due mesi, per ogni confezione di lenti giornaliere distribuite in Italia, CooperVision acquista crediti per finanziare la raccolta della plastica finita in mare, pari al peso della plastica utilizzata per le proprie lenti compreso il blister e l’imballaggio esterno in cartone. CooperVision si impegna dunque al ritiro dall’ambiente di una quantità di plastica pari a quella che immette e lo fa attraverso dei raccoglitori. Questi raccoglitori, che vivono nel Terzo Mondo, ricevono dei benefici economici. Ad esempio 10 chili di plastica raccolta corrispondono all’alimentazione di una famiglia di 4 persone per un giorno intero, oppure a 15 giorni di accesso a internet o a 15 giorni di energia elettrica per lo stesso nucleo familiare. A rendere possibile l’iniziativa è la partnership siglata a livello globale con ‘Plastic bank’, un’impresa sociale che costruisce ecosistemi di riciclo etico nelle comunità costiere. Attraverso ‘Plastic bank’, infatti, i materiali plastici raccolti vicino agli oceani vengono rielaborati e riprocessati, per essere poi reintrodotti nella filiera produttiva globale. Nell’iniziativa ‘Plastic neutral’ sono incluse tutte le lenti a contatto giornaliere di CooperVision distribuite in Italia e per partecipare basta acquistarle nei centri ottici che hanno sposato il progetto.

Nadia Bisson

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