Mercato instabile e prezzi alle stelle: l’agricoltura è sempre più cara

Il problema è noto da tempo e sia gli agricoltori, sia i consumatori lo stanno sperimentando direttamente: le conseguenze della guerra russa in Ucraina, con il blocco delle esportazioni dai porti del Mar Nero, sta avendo un impatto significativo sui prezzi dei prodotti agricoli e alimentari in tutto il mondo, e l’Europa non fa eccezione. Ma a certificare e quantificare questo rincaro con i dati dell’economia dell’Unione europea è Eurostat, che rileva “l’ulteriore instabilità dei mercati, con forti aumenti dei prezzi dei principali prodotti e input agricoli” a causa dell’invasione dell’Ucraina messa in atto dal Cremlino: “Ciò ha disturbato in modo significativo i mercati agricoli globali, soprattutto perché Russia e Ucraina sono stati grandi esportatori di cereali, grano, mais, semi oleosi e fertilizzanti“, si legge nella nota di Eurostat a corredo dei dati pubblicati il primo luglio.

A spiccare è l’aumento del prezzo medio della produzione agricola nei Paesi membri dell’Unione Europea, pari al 19,9% dal primo trimestre del 2021 allo stesso periodo di quest’anno, con particolare attenzione per i cereali (+41,5%), i semi oleosi (+51,7%), i bovini (+24,2%), il pollame (+22,2%) e il latte (+21,4%). La tendenza al rialzo dei prezzi era già stata rilevata nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ma l’accelerazione è stata sensibile nei primissimi mesi di quest’anno, in particolare dopo il 24 febbraio: rispetto all’ultimo trimestre del 2021, sul territorio comunitario si è assistito a un ulteriore rincaro del 6%, con i picchi registrati in Lituania (+18,1%), Romania (+14,4%) e Paesi Bassi (+13,9%). L’Italia rimane invece in linea con la media Ue, al +5,4%.

A questo si deve aggiungere il parallelo aumento dei prezzi dei beni e servizi attualmente consumati in agricoltura (ovvero i fattori produttivi non legati agli investimenti). Comparati con i dati di un anno fa, nel primo trimestre 2022 è stato registrato un rincaro del 27%, causato dal quasi raddoppio dei prezzi dei fertilizzanti (+96,2%) e di poco più della metà per l’energia e i lubrificanti (+55,6%), senza dimenticare i mangimi (+22,9%). Che la tendenza sia esponenziale dal momento dello scoppio della guerra in Ucraina lo conferma il confronto con gli ultimi tre mesi del 2021. A livello Ue l’aumento è del 9,5% e tutti i Paesi membri l’hanno sperimentato in diversa misura: se in Italia si attesta al +8%, è ancora la Lituania a registrare il livello più alto (+24,5%), seguita da Lettonia (+18,9%) e Slovacchia (+14,6%), mentre i tassi di incremento più bassi sono stati registrati a Malta (+4,7%), Slovenia e Portogallo (entrambi +6,2%).

(Photo credits: Oleksandr GIMANOV / AFP)

Nadia Bisson

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