Ridurre al minimo il rilascio di trizio all’interno dei reattori nucleari a fissione e fusione e mitigare così l’impatto sull’ambiente di questa sostanza radiotossica. È l’obiettivo del progetto Ue TITANS, finanziato dalla Commissione europea con 3,8 milioni di euro e coordinato dall’ente francese CEA, al quale partecipa anche ENEA insieme ad altri 20 partner di otto Paesi europei.
Il progetto si inserisce nel contesto della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050 anche mediante la fusione nucleare, nella quale il trizio – l’isotopo di massa 3 dell’idrogeno – e il deuterio – l’isotopo di massa 2 dell’idrogeno – costituiscono il combustibile per la reazione di fusione. Migliorare i metodi per recuperare il trizio e per ridurne al minimo il rilascio nell’ambiente, consente di diminuire l’impatto della produzione di energia da fusione.
Il trizio è prodotto anche nei reattori a fissione, dunque il miglioramento del recupero e riutilizzo, in un’ottica di economia circolare, è possibile e necessario anche in questo ambito, così come nelle attività di smantellamento.
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